Casal di Principe. Casa abusiva demolita e sindaco dimissionario: ‘Piazze del Sapere’ incontra i sindaci ‘in pectore’
In seguito alla clamorosa vicenda del sindaco dimessosi perché la Procura non ha concesso ulteriori proroghe per l’abbattimento di alcuni immobili abusivi e pericolosi,
Ho letto con attenzione i vostri articoli sulle vicende di Casal di Principe. vi invio una nota e riflessione delle “Piazze del Sapere”, con alcune proposte anche per evitare di circoscrivere l’attenzione solo sulla zona aversana. Legalità e giustizia sociale
In questa fase è quanto mai opportuno l’appello lanciato dal Comitato don Peppe Diana e dal sindaco Renato Natale, che invitano tutti a non abbassare la guardia nella lotta contro la criminalità organizzata.
Di fronte alle emergenze come quelle dell’abusivismo edilizio nonché episodi minacciosi come quelli dei colpi di arma da fuoco contro la casa delle associazioni a Casal di Principe, bisogna far crescere la consapevolezza a tutti i livelli per rilanciare il movimento di lotta per la legalità democratica in Terra di lavoro per poter ripartire con la cultura come fattore di coesione sociale, di valorizzazione dei beni comuni, di solidarietà e di accoglienza dei migranti e dei rifugiati, di tutela dei diritti per i più bisognosi, per creare nuovi ponti tra popoli e religioni diverse, per creare nuove opportunità di innovazione per lo sviluppo locale, per la crescita civile ed il riscatto delle comunità.
A tal fine è necessario ed urgente ricostruire il fronte di lotta unitario e di mobilitazione che negli ultimi decenni ha caratterizzato il “modello Caserta”, a partire dalle istituzioni ed enti locali (Comuni, Consorzio Agrorinasce, Regione Campania e Governo), in un rapporto di stretta collaborazione con le associazioni di volontariato e del terzo settore, con il mondo del lavoro e delle imprese, della scuola e dell’università.
Come è stato sottolineato dal don Ciotti, l’educazione alla legalità e alla giustizia sociale deve radicarsi nei programmi didattici, deve impregnare i progetti per il riuso sociale e produttivo dei beni confiscati alla camorra.
Come abbiamo sottolineato in altre occasioni, per contrastare la pandemia criminale, che ancora imperversa in tanti settori dell’economia e dei servizi, occorre focalizzare alcune realtà territoriali ed alcuni fenomeni emergenti.
In primo luogo si impone l’esigenza di frenare un processo antico di degrado e di abbandono che si regge sull’abusivismo urbano ed ambientale, come ci testimoniano lo scempio delle cave sui Colli Tifatini e sulla costiera domitiana, oppure i veleni che intossicano i nostri fiumi e canali fino al mare.
In secondo luogo va ripresa l’iniziativa culturale ed educativa di Mettiamoci in gioco per prevenire e contrastare una vera piaga sociale come quella dell’azzardo e della ludopatia.
Nello stesso tempo va posta una attenzione particolare ad un fenomeno tipico della zona domitiana ed aversana: quello della mafia nera nigeriana e delle connection house, che in alcune zone ormai controllano i traffici illeciti più remunerativi come quello della droga, la prostituzione e la tratta dei bambini (in stretto connubio con la camorra dei “casalesi”).
Infine, comincia ad essere molto preoccupante la nuova tendenza alla violenza dei giovani nelle piazze del città (con feriti e morti, come il giovane diciottenne a Caserta).
Di fronte a questo scenario si impone la necessità di riaprire una seria discussione per una verifica ed approfondimento, in primo luogo all’interno del forum “Terzo Settore” casertano da cui far scaturire contenuti, proposte ed iniziative di carattere pubblico da realizzare nelle città, a partire da Caserta fino a Casal di Principe).
Al riguardo abbiamo già deciso come rete delle “Piazze del Sapere” di lanciare un Manifesto per la cultura e la giustizia sociale che presenteremo in primo luogo ai candidati sindaci con un incontro pubblico che si terrà martedì 14 settembre alle ore 17 nella sala riunioni della Biblioteca Civica Ruggiero.
