S.Maria C.Vetere. Nuovo dramma in carcere: detenuto tenta suicidio dopo la quarantena
La garante dei detenuti di Caserta, Emanuela Belcuore, segnala le criticità legate alla tutela della salute dei reclusi e lancia un nuovo allarme dopo che un detenuto ha tentato il suicidio.
L’uomo, che ha detto di soffrire di schizofrenia, ha tentato di impiccarsi ed è stato salvato grazie al tempestivo intervento degli agenti della polizia penitenziaria allertati da altri detenuti. Un dramma sfiorato, insomma. Ma comunque un dramma, che si somma alle innumerevoli difficoltà di vita all’interno dell’istituto di pena casertano salito alle cronache, nei mesi scorsi, per i pestaggi finiti al centro di un’inchiesta della Procura. È la garante dei detenuti di Caserta, Emanuela Belcuore, a segnalare le criticità legate alla tutela della salute dei reclusi e lanciare un nuovo allarme.
Il caso è quello di un detenuto del reparto Volturno. Ha 46 anni ma è in condizioni di salute precarie. Diabetico e cardiopatico, sabato si è presentato a colloquio con la garante su una sedia a rotelle, con tanti punti di sutura sulla pancia per via di un recente intervento al colon e l’impossibilità di essere autonomo anche per i bisogni più elementari. “Come può un detenuto in quelle condizioni stare ancora in carcere o in quella struttura?” si chiede la garante dei detenuti di Caserta. L’assistenza del caregiver, ingaggiato dal carcere per sole due ore pur fornendo assistenza per l’intera giornata, non basta anche perché si tratta di un assistente che non ha le competenze sanitarie che sarebbero necessarie per supportare un detenuto in condizioni di salute tanto delicate. E non è tutto.
La carenza di personale sanitario finisce per incidere anche sul tempismo delle terapie a cui sono sottoposti molti detenuti del carcere sammaritano, tanto che sabato mattina alcuni reclusi hanno raccontato di non aver avuto la dose quotidiana di farmaci e altri hanno lamentato di aver dovuto provvedere a proprie spese alla fornitura di pannoloni e altri presidi di cui hanno necessità. “L’Asl deve inviare altro personale altrimenti la situazione rischia di peggiorare – spiega Belcuore – Anche gli agenti della penitenziaria rischiano di andare sotto pressione perché costretti a sostituirsi ad altre figure professionali pur non avendone le competenze”.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)