Covid 19, come impatta sull’economia familiare? ce lo spiega il consulente finanziario
Come conciliare la ‘spinta gentile’ con la competenza?Proviamo a descrivere l’impatto del Covid-19 sulle nostre vite e sulla comunità, in particolare su mercati, famiglie, lavoro e sistemi produttivi. Quali trasformazioni economiche ha causato la pandemia e quali effetti avrà sui trend marco nel futuro?
Mercati. A livello globale il PIL dei paesi del G20 (le economie dei 20 paesi più sviluppati) ha avuto un crollo senza precedenti. Per avere un termine di paragone è passato dal –7%, circa del trimestre pre-Covid al -9% su base annua (nel 2009, all’apice della crisi dei mutui subprime il calo fu -1,6% trimestrale).
In Italia (che non è stato tra i paesi più colpiti: India –25%; Gran Bretagna –20,4%; Messico –17%), rispetto al periodo gennaio-marzo 2020, il dato segna un -12,4% con un 5% dei lavoratori che hanno perso il lavoro ed un 23% di sospensioni temporanee attenuato dal blocco dei licenziamenti governativi. Il 50% dei lavoratori ha visto ridursi l’orario di lavoro.
La Cina che si è ripresa prima e meglio di tutti gli altri paesi andando prima in lockdown ha registrato nel 2020 un +11,5% di crescita tendenziale del PIL su base annua seguita dagli Stati Uniti che grazie alle misure di sostegno all’economia ed al rimbalzo della domanda ed ai consumi interni ha registrato un +7,4% nel III trimestre dell’anno.
In ambito produttivo UE, il settore automobilistico ha registrato perdite per arresto della produzione di 2,5 milioni di veicoli a motore con il 25% concentrato nella sola Germania. In agricoltura il calo nella produzione dei cereali, vitivinicola e dell’olio d’oliva è stato compensato da crescite nel comparto dell’ortofrutta, mentre è rimasto stabile quello zootecnico (lattiero-caseario e carni).
A fronte di ciò c’è stato un incremento di smart working e telelavoro che hanno consentito di coniugare esigenze di distanziamento sociale e prosecuzione delle attività lavorative.
Un’indagine straordinaria a distanza svolta dalla Banca d’Italia sulle famiglie italiane nel periodo aprile-maggio 2020 ha evidenziato come il 50% di quelle con difficoltà economiche già prima dell’emergenza comprendesse, per effetto del Covid, il 55% dei lavoratori con contratti a termine ed il 64% dei disoccupati. La metà delle famiglie ha subito una riduzione del 50% del reddito famigliare (di cui un 15% ha registrato un calo superiore al 50%). Tra gli autonomi l’80% ha registrato un calo del reddito che si è più che dimezzato nel 36% dei casi rilevati. Il 40% delle famiglie ha avuto difficoltà a sostenere la rata di mutuo ed il 34% la rata di credito al consumo. Le aspettative di spesa hanno visto il 60% delle famiglie italiane ridurre le spese per viaggi e vacanze (nel 2021 il 43% circa degli italiani non è andato in vacanza), ristoranti e attività culturali, come cinema e teatro. La sintesi è riassunta in due tendenze principali costituite da una generalizzata riduzione del reddito famigliare e da uno scoraggiamento per il futuro vista l’incertezza economico-finanziaria. Per l’Italia, in particolare, una diminuzione della domanda interna ed estera ed un aumento della variazione negativa delle scorte sono state le principali cause del calo del PIL nel 2020.
Da qui la spinta delle principali istituzioni economiche e finanziarie globali ad individuare le tendenze dell’immediato futuro post-Covid. Ancor più per il ritardo nella ripresa dell’Eurozona rispetto a Cina e Stati Uniti. Le misure di stimolo della finanza pubblica lasciano intravedere segnali positivi in termini di crescita economica stimata col segno positivo per l’anno in corso: +6% e per quelli immediatamente successivi!
Il ruolo centrale del Consulente in un momento così delicato mira a comprendere le esigenze dei clienti fornendo loro ogni tipo di assistenza usando gli strumenti e delle competenze a sua disposizione. Egli, cammina su Main Street, vive la sua quotidianità professionale ed entra in contatto con persone in carne ed ossa; è consapevole che i pessimisti possano essere catastrofisti, mente gli ottimisti non si illudono. Da qui il suo equilibrato realismo nella gestione della relazione col cliente. Il consulente vede che la maggior parte dei suoi clienti è concentrato sull’emergenza in corso e si preoccupa di un eventuale ritorno alle misure emergenziali. Mentre una parte residuale, ma non piccola della propria clientela, è già proiettata sul post-emergenza immaginandone il superamento.
Secondo l’indagine di Banca d’Italia, gli italiani più ottimisti vedono profondi cambiamenti nello stile di vita e nel lavoro facendo prevalere la voglia di riscatto; vogliono farsi trovare preparati alle novità e sono consapevoli della loro resilienza. Usciranno rafforzati dalla pandemia. Parliamo dei giovani fino ai 34 anni che sono i più positivi e si aspettano un’uscita dalla crisi in tempi brevi. La fascia adulta compresa tra 35-64 anni è quella più attenta ai cambiamenti ed è focalizzata sul come cambieranno vita e lavoro. I più preoccupati e colpiti dal Covid li troviamo tra gli anziani over 65 e temono un ritorno ad ondate del virus; mentre i più pessimisti sono i genitori con figli in età scolare che si chiedono come concentrare lavoro, cura dei figli e spese extra.
In questo contesto la Cultura Finanziaria può senz’altro aiutare a fronteggiare le difficoltà causate dalla pandemia e a trovare soluzione ai problemi economici dei clienti incerti tra fragilità e resilienza finanziaria. C’è una forte correlazione tra alfabetizzazione finanziaria e capacità di fronteggiare periodi, come questo, di crisi economica. E il Consulente Finanziario ribadendo la centralità del cliente, deve attivare tutte le iniziative in grado di migliorarne la conoscenza finanziaria e ridurne l’ansia collegata all’insorgenza di uno stato di malessere che scaturisce dal pensiero di un peggioramento della propria situazione finanziaria.
La vicinanza del Consulente ai propri clienti è fondamentale per far sì che essi non perdano di vista i propri obiettivi di lungo termine, né vi rinuncino aiutandoli a mantenere stabili le proprie prospettive economiche.
L’interconnessione dei rischi sanitari scaturiti dalla pandemia; quelli collegati all’instabilità politica che ha ampliato le disuguaglianze sociali e reddituali; dei rischi informatici legati all’utilizzo dei dispositivi personali nello smart working e alla ricezione di e-mail truffaldine possono generare sentimenti di incertezza e vulnerabilità presso i clienti e richiedono un approccio interdisciplinare alla consulenza che deve portare alla prevenzione e protezione dei loro bisogni. Essi vedono al primo posto la tutela della salute propria e di quella dei familiari; l’esigenza di protezione dal rischio catastrofe/climate change e di tutela della propria abitazione.
La ricerca di una protezione integrata della salute, della vita famigliare, nonché del proprio lavoro da tutelare insieme con la propria casa sono i temi dominanti presso gli italiani ed il Consulente non può farsi trovare impreparato.
Gli Italiani dispongono di oltre 1.700 miliardi di risparmi in giacenti su conti correnti e depositi e breve per il ‘non si sa mai’ e circa 1.100 miliardi investiti in fondi e polizze (Indagine Banca d’Italia).
Si tratta di risorse di cui gli italiani dispongono in sufficiente quantità, ma che vanno ‘scongelate’ per paracadutarsi nella maniera più efficace possibile sulle difficoltà emerse in tutta la loro evidenza negli ultimi tempi. Parliamo di una ricchezza pari a tre volte il PIL del Paese che non ha ricadute sull’economia reale. Ciò è dovuto alla scarsa fiducia nel sistema finanziario (bancario e d’investimento) ed alla paura dell’incertezza e volatilità dei mercati. Le indagini mostrano, infine, scarne aspettative circa la capacità di ripresa dell’Italia che finiscono col paralizzare qualsiasi decisione di investimento.
Quasi i due terzi degli italiani sono proprietari di immobili e la percentuale è maggiore se si parla di seconde case.
Tutela del patrimonio personale, finanziario e immobiliare pongono il Consulente post-Covid di fronte a nuove sfide di crescita professionale. E’ con queste tematiche che il Consulente post-Pandemia dovrà confrontarsi per rafforzare il suo ruolo professionale e sociale creando una nuova e più agile relazione interpersonale col cliente nell’ambito delle reciproche esigenze vita-lavoro, grazie alle tecniche di comunicazione a distanza scaturite dal digitale per accrescerne la fiducia, la consapevolezza e la cultura finanziaria.
Per usare le parole di Richard Thaler (Premio Nobel all’Economia) il Consulente deve “suggerire al cliente la scelta migliore per lui” senza ledere la sua libertà decisionale. Il consulente, cioè, deve aiutarlo a compiere una scelta di cui non riesce a cogliere benefici, né vantaggi. Senza etica è costrizione o inganno.
(di Vincenzo Gisondi – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)