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Attualità

S.Maria C.Vetere. Denunciò i pestaggi in carcere: finisce in Umbria il marito di Katia Tondi

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Trasferito al carcere di Terni perché denunciò i pestaggi ai suoi danni commessi dai penitenziari il 6 aprile del 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

C’è anche Emilio Lavoretano, il cui nome è stato per diversi anni alla ribalta della cronaca nazionale – in quanto accusato dell’omicidio della moglie Katia Tondi, avvenuto a San Tammaro nel luglio del 2013 – fra gli oltre quaranta detenuti che a metà luglio sono stati trasferiti per motivi di sicurezza in altri penitenziari al di fuori della Campania.

Per Lavoretano, condannato a 27 anni di carcere come confermato di recente dalla Corte di Appello, alla beffa si è aggiunto anche il danno.

L’ex gommista è stato tra le vittime di episodi atroci pur non avendo partecipato alle sommosse ma, come altri, denunciò le violenze subìte: infatti, come si apprende dall’inchiesta della Procura della Repubblica sammaritana, le violenze degli agenti sarebbero state commesse anche su detenuti che non avevano protestato.

A Lavoretano, che ha anche un problema di salute, fu chiesto di inginocchiarsi, denudato e messo faccia al muro, nonostante portasse il busto per il mal di schiena.

Non potendolo fare, lo avrebbero trascinato e schiaffeggiato, facendolo camminare lungo il corridoio appellandolo come «femminella che tiene il mal di schiena»: ogni qualvolta si alzava dopo le percosse, veniva nuovamente malmenato a turno da altri agenti che gli provocarono ferite alla nuca. Il giorno successivo sarebbero stati negati anche i farmaci antidolorifici.

Il trasferimento da Santa Maria a Terni di Lavoretano, se da un lato è stato deciso a sua tutela e per motivi di sicurezza (questa la versione ufficiale), da un lato crea non pochi disagi anche ai familiari che vanno a visitarlo.

Ma proprio a Terni, notizia di giovedì, si sono verificati altri episodi preoccupanti da parte di alcuni detenuti.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, richiama infatti i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria «ad intervenire sulle criticità dell’Umbria: tre eventi violenti in tre giorni sono sintomatici di una situazione ad alta tensione che necessita di urgenti rimedi».

L’ultimo caso riguarda un detenuto si è cucito la bocca per protesta. I 42 reclusi sono stati trasferiti da Santa Maria in 23 Istituti penitenziari fuori Regione, tra cui Sollicciano, Modena, Ivrea, Palmi, Forlì, Palermo, Reggio Calabria, La Spezia, Terni e Castrovillari.

I Garanti regionali avevano espresso le loro preoccupazioni per la situazione che vivevano i detenuti e i loro familiari.

La lontananza dai luoghi di residenza rappresenta per tanti un forte disagio.

 

 

 

(Fonti: Il Mattino – Biagio Salvati – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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