Amarcord F1, tamponamento e rissa sfiorata ai box al Gran Premio del Belgio
Il Gran Premio del 1998 che costò a Michael Schumacher il primato nella classifica del mondiale
La domenica piove e tutti temono la partenza in discesa: si decide di partire senza safety car ed è subito caos con quello che è l’incidente col maggior numero di vetture coinvolte nella storia della Formula 1.
Al via parte bene Häkkinen, dietro pattinano sia Ralf Schumacher che Hill; alla Source arrivano affiancati Irvine e Coulthard: i due devono allargare in curva e vengono infilati da Villeneuve e Michael Schumacher. Coulthard è quarto ma rimettendosi in linea perde il controllo della McLaren e schizza contro il muretto dei vecchi box e rimbalza in pista davanti al gruppo. Passano Fisichella, Ralf Schumacher,Frentzen , Alesi e tuero, mentre tutti gli altri finiscono uno contro l’altro tra un mare di rottami: Irvine centra per primo la vettura di Coulthard, poi è la volta di Salo mentre hERBERT E JARNO TRULLI si girano e Diniz finisce contro la Prost.
Olivier Panis urta Rubens Barrichello e manda la Stewart in testacoda davanti a Wurz che lo sperona. Takagi finisce contro il muro mentre con la strada completamente ostruita Rosset, finisce nel mucchio contro la Prost di Panis e la Stewart di Barrichello. La gara è interrotta e si riparte con quattro vetture in meno: quelle di Barrichello (leggermente ferito), Salo, Rosset e Panis.
Al secondo via, ancora sotto la pioggia, le McLaren partono male, Irvine s’infila all’interno di Häkkinen il quale deve allargare, si tocca con Schumacher e si gira alla Source. Il finlandese viene centrato in pieno dalla Sauber di Herbert, passano pochi minuti e Coulthard e Wurz vengono a loro volta a contatto: riesce a ripartire solo lo scozzese. Entra la safety car davanti a Hill, Schumacher, Irvine, Alesi, Villeneuve, Frentzen, Ralf Schumacher, Fisichella, Diniz e Verstappen. Al 3º giro rientra la safety car e subito le Williams passano la Sauber di Alesi ma già al 5º giro Villeneuve compie un testacoda e riparte dietro il francese.
L’incidente co n più vetture coinvolte nella storia della Formula UNO
Al 8º giro Schumacher si porta in testa alla gara infilando Hill al curvone Blanchimont; intanto esplode il motore ford di jos Verstappen. Irvine va in testacoda e l’ala anteriore rimane incastrata sotto il telaio: l’irlandese deve compiere quasi un giro prima di rientrare ai box. Mentre la pioggia aumenta di intensità la corsa di Takagi finisce contro il muro esterno alla Source. Michael Schumacher gira su tempi inavvicinabili per gli altri e dopo poche tornate ha già 16″ di vantaggio su Hill, poi si intravedono Alesi, Frentzen, Villeneuve, Fisichella e Ralf Schumacher.
Al 16º giro va in testacoda Alesi che riparte dietro Ralf Schumacher, mentre Villeneuve vorrebbe rientrare ai box per il cambio gomme ma i box sono occupati da Frentzen: il canadese è costretto a fare un ulteriore giro che gli sarà fatale grazie ad un acqualplaninig che lo fa finire contro le barriere. Due giri e si ritira anche Tuero per noie elettriche. Al 25º giro Michael Schumacher conduce su Hill, Ralf Schumacher, Alesi, Frentzen, Fisichella, Irvine, Diniz, Trulli, Nakano e Coulthard.
Il giro dopo, Schumacher si appresta a doppiare Coulthard, il quale aveva problemi ed era già andato ai box. Nel rettifilo in discesa verso Pouhon, la McLaren rallenta bruscamente su un tratto molto bagnato ed il ferrarista, uscito dalla curva in piena e con la visibilità ridotta per via dell’acqua generata dalle ruote della vettura dello scozzese, tampona l’avversario. Il tedesco completa il giro fino ai box su tre ruote, mentre Coulthard resta senza alettone posteriore. Appena sceso dalla Ferrari Michael Schumacher – visibilmente arrabbiato – stacca il volante dalla sua monoposto buttandolo contro il bancone del box e si precipita al box McLaren, insultando Coulthard ed accusandolo di aver persino tentato di ucciderlo. La rissa viene scongiurata dall’intervento dei meccanici McLaren che li tengono separati, poi il tedesco viene portato via da Jean Todt e Srefano Domenicali. Gli steward, non ravvisando frenate da parte dello scozzese, non danno seguito a sanzioni disciplinari. Cinque anni dopo, il pilota McLaren ammetterà la propria responsabilità nell’incidente. Il momento nero della Ferrari in Belgio continua con Irvine che esce di strada.
Passa solo un giro e si assiste ad un altro tamponamento ancora più violento con Fisichella che finisce a più di 300 km/h sulla Minardi di Nakano. La Benetton distrutta finisce la corsa in mezzo alla pista e rientra la safety car. Hill è adesso in testa davanti al compagno di squadra Ralf Schumacher, poi Alesi, Frentzen, Diniz, Trulli, Coulthard e Nakano. Con solo otto vetture in gara la corsa va avanti fino alla sua conclusione sempre sotto una pioggia battente. Damon Hill vince per la ventiduesima ed ultima volta in carriera, regalando il primo successo della sua storia alla squadra di Eddie Jordan, gioia completata dal secondo posto di Ralf Schumacher. Completa il podio Alesi seguito da Frentzen, Diniz e Trulli, che porta il primo punto stagionale alla Prost. Per il figlio d’arte si tratta del primo successo dopo il Gran Premio del Giappone, mentre per la mugen Honda è la seconda vittoria in F1 dopo quella ottenuta nel Gran Premio 1996 da Olivier Panis sulla ligier. Era dal gran premio dell’anno 1995 che la scuderia irlandese non piazzava le proprie monoposto sul podio (all’epoca Rubens Barrichello ed Eddie Irvine furono rispettivamente secondo e terzo).
In classifica non cambia niente con i primi sei che non prendono punti, Häkkinen continua a condurre con 77 davanti a Schumacher 70, Coulthard 48 e Irvine 32. Stessa classifica anche nei costruttori con McLaren 125 davanti alla Ferrari 102, sorpasso della Williams 33 punti ai danni della Benetton 32 mentre si fa sotto adesso la Jordan con 26.
La pista di Spa è stata teatro spesso di avvenimenti polemici, visto che la pioggia può determinare capovolgimenti che i team gestiscono a loro uso e consumo. Il Gran Premio del 1998 che costò a Michael Schumacher il primato nella classifica del mondiale e, verosimilmente, la corsa al titolo con la Ferrari. La domenica della gara pioveva e tutti temevano la partenza in discesa: si decise di partire senza safety car e fu subito caos alla prima curva, la Source, con quella che forse verrà ricordata come la carambola più numerosa della storia della Formula 1.
Su quanto accaduto sul tamponamento a SPA Francoschamps molto tempo dopo David Coulthard ritornò su quello che fu un episodio che si può dire costo al pilota della Ferrari una vittoria che gli avrebbe magari permesso di aggiudicarsi il titolo mondiale
Non si sono mai sfidati per vincere un titolo mondiale, ma in pista confronti diretti ce ne sono stati eccome. Michael Schumacher e David Coulthard hanno rischiato addirittura la rissa a Spa nel 1998, quando sotto la pioggia i due vennero a contatto con il tedesco in testa e lo scozzese doppiato.
Un episodio rimasto scolpito negli annali di questo sport, tirato nuovamente fuori dall’ex McLaren nel corso di un’intervista al sito ufficiale della F1: “alla fine siamo diventati amici, ma prima eravamo solo rivali. Una rivalità fatta di rispetto ma anche di momenti difficili, come a Spa nel 1998. Rischiammo la rissa, poi a Monza ci trovammo nel bus di Bernie Ecclestone e dissi a Michael che doveva accettare di avere almeno una parte di responsabilità in quell’incidente, perché alla fine era stato lui che mi era venuto addosso, non il contrario. Michael allora mi rispose: ‘No, io non la vedo così’. Io a quel punto gli dissi che sicuramente anche lui aveva commesso degli errori talvolta, lui ci penso un attimo e poi mi ribatté: ‘Non che io mi ricordi’. Un altro momento critico ci fu a Magny Cours nel 2000, quando Coulthard mostrò il dito medio a Schumacher: “alla partenza mi tagliò completamente la strada, non lasciandomi altra scelta che alzare il piede. Questo mi face arrabbiare tantissimo, fu come uno schiaffo in faccia. Così rimontai, superai Barrichello e lo raggiunsi. Provai a passarlo e lui mi spinse quasi fuori. Questo ovviamente aumentò ancora la mia rabbia e alla fine feci quel gesto. Il mio obiettivo è sempre stato quello di confrontarmi con i più forti e, nonostante tutto, duellare con Michael mi ha resto migliore“.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)