Anche il volto ha i suoi seni, quelli paranasali: il loro significato in Morfopsicologia
Cosa rappresentano i seni paranasali per la morfopsicologia?
a-Seno frontale e suo ruolo nella morfologia del piano superiore del viso
I seni frontali non compaiono prima dei due anni di vita. Ciò spiega la forma rotondeggiante, non differenziata del neonato e bambino, che tradotto in termini morfopsicologici significa espansione-estroversione accentuata. Tutto ciò in quanto le spinte emotive non hanno svolto il loro ruolo, essendo ancora poche e non eccessivamente incisive. Prima dei sei anni comincia il vero sviluppo dei seni frontali con la comparsa delle bozze sopraorbitarie ,che si configura elemento di espansione-estroversione. La fronte del bambino si avvia ad una differenziazione. Si comincia a creare un diverso equilibrio tra le spinte motorie di sviluppo, in particolare per quelle emotive. Nell’adolescenza-pubertà le dimensioni del seno sono estremamente variabili. Possono accentuarsi, ridursi, scomparire. Ciò in relazione alle “turbolenze” emotive tipiche di questa fascia di età. Pertanto, a livello frontale si potranno accentuare o diminuire gli elementi di espansione-estroversione o quelli di ritrazione-introversione. Dopo la pubertà l’accrescimento e modellamento del seno sono più lenti. Tutte le spinte motrici, comprese le emotive, si sono ormai stabilizzate e consolidate. Le emozioni non hanno più quella forza modellante tipica dei giovani. Ci si avvia sempre più verso una presenza di elementi di contrazione. introversione frontale. Per la definitiva morfologia frontale non va dimenticato il ruolo dello sviluppo del lobo frontale del cervello. Infatti, da queste modalità di sviluppo le bozze frontali saranno più o meno presenti conferendo alla fronte presenza di elementi di contrazione o di espansione con il relativo significato morfopsicologico.
b-Pneumatizzazione del seno mascellare e delle cellette etmoidali e relativo significato .
Il seno mascellare, quindi piano medio, inizia il suo sviluppo già al quinto mese di vita intrauterina. Ciò a conferma dell’importanza dell’attivazione della funzione olfattiva. Alla nascita il neonato possiede tutto il supporto per la funzione olfattiva, ma non solo quella. Già da questo momento ha inizio l’attivazione del circuito stimolazioni emotive(fondamentale il rapporto con la madre o di chi ne fa le veci)-contrazione dei muscoli mimici-effetto sul tono muscolare-apertura o chiusura del naso –effetto sulla struttura ossea.
Lo sviluppo del seno mascellare, praticamente la morfologia del piano medio, si protrae fino alla pubertà in maniera differenziata nei vari soggetti. In questa fascia di età le spinte emozionali diventano più intense e, dunque, capaci di determinare zone di espansione-estroversione o zone di contrazione-introversione, compresa la chiusura o apertura del recettore naso, presenza o meno della visibilità del setto nasale. E’ tutto il sistema etmoidale a contribuire alla determinazione della forma non solo del naso, della lamina cribrosa (piano superiore),ma di tutto il piano medio. Va puntualizzato che questa lamina cribrosa ,che contribuisce alla formazione del pavimento della fossa cranica anteriore, e quindi, alla morfologia dell’osso frontale, sta a significare che l’area olfattiva svolge un suo ruolo anche per il piano superiore ,oltre che, principalmente, per quello medio.
(di Bartolomeo Valentino – Già Professore di Anatomia II Università di Napoli – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)