Napoli. ‘Gay Pride’, il sindacalista Alviti: tali persone devono essere accolte con rispetto e compassione
Il centro storico di Napoli è stato blindato alle auto per il Gay Pride in piazza Dante sabato 3 luglio dalle ore 15 alle 21,30.
Dopo le manifestazioni e i cortei di Roma e Milano della settimana scorsa a sostegno dei diritti Lgbt+ e per l’approvazione immediata del “DDL Zan” in Senato, che hanno visto scendere in strada migliaia di persone e studenti, anche Napoli si prepara a tingersi di arcobaleno.
Nel capoluogo campano il Pride è ormai alla venticinquesima edizione, dal primo evento nazionale che si tenne nel 1996; anche lo slogan richiama quello di 25 anni fa, “Jesce Jesce Sole”, invece di “Jesce Sole”.
Arisa madrina del Pride
Tanti gli ospiti attesi per l’evento, organizzato tra gli altri da Antinoo Arcigay Napoli, Alfi Le Maree Napoli, Associazione Trans Napoli con il supporto di Famiglie Arcobaleno, Agedo, Pride Vesuvio Rainbow e Pochos Napoli.
In piazza ci sarà anche il parlamentare Pd Alessandro Zan, relatore dell’omonimo disegno di legge.
Sulla manifestazione è intervenuto il sindacalista napoletano Giuseppe Alviti di FNL (Federazione Nazionale dei Lavoratori):
“Non ho pregiudiziali ideologiche ma una festa per dimostrare cosa? Soprattutto con dei personaggi vestiti in modo aberrante e da dare un cattivo esempio alle nuove generazioni.
Rispetto per tutti. Ma libero sempre e ovunque di poter dire ciò che penso. Io sono contro il Gay Pride, viva la famiglia tradizionale” ha spiegato Giuseppe Alviti, leader della Federazione Nazionale Lavoratori.
“A tale riguardo vorrei limitarmi a leggere quanto dice il catechismo della Chiesa cattolica, dal quale sii evince che gli atti di omosessualità sono contrari alla legge naturale.
A Napoli sabato un numero non trascurabile di uomini e donne che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate hanno festeggiato in piazza.
Questa inclinazione oggettivamente disordinata costituisce, per la maggior parte di loro, una prova.
Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza; al loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione.
Tali persone – ha chiosato il noto sindacalista napoletano- sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della Croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione”.