Mafiosi e terroristi indigenti? “Devono avere la pensione”
Anche i condannati per mafia e terrorismo, se stanno scontando la pena fuori dal carcere, hanno diritto ai trattamenti assistenziali come il sussidio di disoccupazione o la pensione. La revoca di questi ultimi, ha stabilito la Corte costituzionale, è “illegittima”. Secondo i giudici, relatore Giuliano Amato, “è irragionevole che lo Stato valuti un soggetto meritevole di accedere a tale modalità di detenzione e lo privi dei mezzi per vivere, quando questi sono ottenibili solo dalle prestazioni assistenziali”. Sostiene la Consulta: “Anche se queste persone hanno gravemente violato il patto di solidarietà sociale alla base della convivenza civile, vanno loro comunque assicurati i mezzi necessari per vivere”.Dunque, nella sentenza la Corte ha stabilito che è incostituzionale la legge del 2012 (articolo 2, commi 61 e di conseguenza 58) che prevedeva con la sentenza di condanna per i reati più gravi, mafia e terrorismo appunto, che il giudice disponesse la sanzione accessoria della revoca delle prestazioni di cui il condannato fosse eventualmente titolare: indennità di disoccupazione, assegno sociale, pensione sociale e pensione per gli invalidi civili. Adesso, invece, se i condannati per mafia e terrorismo stanno scontando pene alternative al carcere torneranno ad avere quei trattamenti assistenziali.
Secondo la Consulta la legge del 2012 è incostituzionale perché viola gli articoli 3, sull’uguaglianza, e 38 – diritto dei lavoratori di disporre di mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia – della Costituzione. Per comprendere meglio questa sentenza, come sempre, dovremo aspettare le motivazioni, ma le polemiche, comunque, sono assicurate, come per altre sentenze che riguardano detenuti per mafia e terrorismo.
FONTE:
di Antonella Mascali | 3 LUGLIO 2021
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)