Giustizia: Magistatura, Consiglio Superiore: incredibili affermazioni del vice presidente Ermini
Era difficile immaginare che un vicepresidente del Csm potesse affermare: “È la stessa Costituzione a prevedere che la scelta del v.p. sia frutto di un accordo tra magistratura e politica visto che deve essere nominato un ‘laico’, eletto dal Parlamento dalla maggioranza dei componenti togati eletti dai magistrati”.
Eppure è accaduto, perché questa è stata la risposta data dal vicepresidente David Ermini al giornalista Bianconi che gli chiedeva: “lei, come i suoi predecessori è stato eletto vicepresidente dal ‘sistema delle correnti’. Spera di essere l’ultimo scelto con quel metodo”?
La risposta di Ermini – che ha dell’incredibile – non è che un maldestro tentativo di giustificare quelle, per nulla trasparenti, modalità con le quali si è giunti alla sua elezione che ha trovato la genesi in un accordo improprio, fuori del Csm (in una cena) tra persone non legittimate in quanto estranee a tale organo (due politici: Lotti e Ferri, e un capocorrente dell’Anm, Luca Palamara).
Ha aggiunto il vicepresidente che la magistratura e il Csm hanno “imboccato la strada del cambiamento morale e culturale”.
Affermazione a dir poco discutibile per le seguenti ragioni: a) un inizio di cambiamento non poteva prescindere dalle dimissioni del vicepresidente, una volta disvelati dal Palamara e dalle sue chat i retroscena della nomina; b) non sembra che il Csm stia percorrendo la strada indicata da Ermini ove si consideri la recente decisione del Plenum – 9 voti a favore, 8 contro – di evitare il trasferimento di ufficio di uno storico esponente di Area (ex Csm) – già inflessibile braccio destro, nel settore disciplinare, del Pg della Cassazione Salvi – che aveva sferrato un pugno al viso della moglie spedendola in stato di choc all’ospedale in autoambulanza a seguito di un litigio.
Molto si è discusso in Plenum – e ciò è sconcertante – sulla “non certa intenzionalità del gesto” (!), né si ha notizia dell’avvio, da parte di Salvi, di un procedimento disciplinare; c) molti magistrati hanno contestato a Salvi, ideologo di Md, di aver adottato una “generale direttiva assolutoria” che esclude come illecito disciplinare le “autopromozioni” dei magistrati.
Sono, così, rimaste escluse dagli accertamenti le condotte di magistrati che, per come risulta dalle chat, si raccomandavano a Palamara.
Direttiva discutibile poiché è scorretta la condotta di un magistrato che avvicini, nel corso di una procedura concorsuale cui partecipa un componente della Commissione per sostenere la sua posizione.
Il riferimento dei magistrati era, sia allo stesso Salvi per l’improprio incontro, mai smentito, avuto con l’allora membro del Csm Luca Palamara, sia anche a Giuseppe Cascini – membro del Csm, toga storica di Md (ora Area) – il cui nome compariva, in più occasioni, nelle chat di Palamara con il quale – per sua stessa ammissione – era sorto un “legame di amicizia e solidarietà”.
Ne è nata una polemica tra il magistrato Felice Lima e Cascini al quale il primo si è rivolto nei seguenti termini: “Hai scritto: ‘Appena arrivato al Consiglio ho ricevuto una tessera del Coni che mi autorizzava a entrare allo stadio (un benefit che ora è stato eliminato). Ho solo chiesto a Luca (che era appena cessato come componente del Csm) se era possibile portare mio figlio con me e se aveva un riferimento al Coni per chiedere’.
Non c’era alcun bisogno di disturbare Palamara per questa cosa. Ti spiego come facciamo noi, le persone ‘normali’. Certo che è possibile portare tuo figlio allo stadio. Devi solo fare una banalissima cosa: comprargli un biglietto. Prendi lo stipendio di magistrato e circa 100.000 euro l’anno in più per il ruolo di Consigliere. Dovresti farcela a comprare un biglietto per lo stadio, senza chiedere ‘favori’ e senza lasciare affamata la tua famiglia”.
Naturalmente, il Cascini siede ancora tra i giudici disciplinari del Csm.
Dice, infine, Ermini: “La ministra Cartabia sta facendo un grande lavoro in questo campo” (riforma del sistema di nomina dei togati); è vero proprio il contrario, perché nella bozza di riforma rimane fermo il sistema elettorale e 60 anni di esperienza hanno dimostrato che nessun sistema elettorale può impedire alle correnti di occupare il Csm in quanto ciò può essere impedito solo dal sorteggio (quantomeno, integrato).
La verità è che sia la politica sia l’Anm si oppongono a tale sistema di nomina che rappresenterebbe la fine del potere delle correnti, tant’è vero che il segretario generale dell’Anm continua ad affermare: “quali che siano le scelte del decisore politico, abbiamo, comunque, evidenziato l’esigenza di approntare accorgimenti per assicurare la presenza delle diverse sensibilità associative, anche minoritarie all’interno del Csm”, ove quelle che “pudicamente” vengono indicate come “sensibilità associative”, non sono altro che le correnti, centri di potere e di malcostume che hanno distrutto la credibilità della magistratura e del Csm.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)