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Confronto pubblico con il direttore generale dell’ASL Ferdinando Russo. Futuro dell’ospedale e non solo

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Maddaloni. Si è tenuto stamattina l’attesissimo incontro con il direttore generale dell’ASL dott. Ferdinando Russo, incontro richiesto nell’ultimo consiglio comunale del 15 giugno proprio sulla tematica specifica.

L’incontro, coordinato e presieduto dal sindaco Andrea De Filippo, durato circa 3 ore, non si è limitato a discutere del problema ospedale, ma ha toccato tutte le sfere di interesse della sanità locale, come i servizi di medicina e le problematiche dei lavoratori precari degli OSS.

Presenti le alte cariche istituzionali, i parlamentari nazionali on. Antonio Del Monaco e on. Marianna Iorio; il consigliere regionale on. Vincenzo Santangelo; il consigliere provinciale Angelo Campolattano; il sindaco di Valle di Maddaloni dott. Francesco Buzzo e di Arienzo dott. Giuseppe Guida; la giunta e tanti consiglieri comunali del comune di Maddaloni; i rappresentanti delle sigle sindacali CGIL e CISl del comparto Funzione Pubblica e gli organi di stampa.

Dopo l’introduzione del sindaco De Filippo che ha suggerito come modalità operativa una sorta di question time con interventi e domande per il direttore generale, modalità approvata dalla pubblica assise, si sono susseguiti in maniera snella e diversificata interventi – quesiti da parte delle diverse rappresentanze istituzionali presenti in sala.

Al termine il direttore generale è intervenuto illustrando il piano di riorganizzazione sanitaria ideato per la provincia di Caserta, già prima del covid, e solo procrastinato per cause di forza maggiore.

Di seguito la sintesi di quanto esposto:

  • La prima certezza è che l’ospedale di Maddaloni non chiuderà. Quando finirà il suo ruolo di ospedale covid ritornerà alla sua vecchia funzione con novità ed implementazioni.  Il direttore ha sottolineato con forza che non si procederà ad una struttura< ospedaliera mista, con una parte di ospedale covid ed un’altra per altre patologie. Milioni di euro sono stati investiti in questo anno per renderlo un ospedale degno di questo nome, ristrutturando completamente i reparti e curando anche l’esterno. Sarà realizzato un nuovo pronto soccorso affiancato da una serie di reparti per un totale di oltre 100 posti-letto, il doppio di quelle esistenti pre- conversione in ospedale covid. Sarà applicato il decreto 103 per cui questi posti letto saranno destinati a reparti di chirurgia generale (20); medicina generale (22); pneumolgia (5);  odontoiatria e stomatologia (18); terapia intensiva (5) per un totale di 70 posti letto; riabilitazione funzionale e recupero (32); lungodegenza (10). Complessivamente saranno 112 posti letto. In più nell’ex pronto soccorso sarà creato una dei 4 ambulatori oculistici provinciali per la cura delle maculopatie e della cecità bianca. Questo non vieta che, valutando la domanda del territorio e la disponibilità delle professionalità disponibili, si potrebbero attivare ambulatori e/o reparti più adeguati al fabbisogno come la geriatria e l’urologia.
  • Si ipotizza una probabile collaborazione con l’Università.
  • Questione OSS: la loro posizione giuridica,  non è di lavoratori interinali, e quindi, non prevede per loro una conseguente stabilizzazione. Si sta ipotizzando per loro la partecipazione ad un bando a tempo determinato riconoscendogli gli anni di lavoro pregresso. Su questo c’è bisogno dell’aiuto della politica per attivare le procedure necessarie.
  • Ospedale di san Felice a Cancello: c’è stato un ritardo nei lavori in quando la ditta affidataria ha abbandonato il cantiere. Nel merito specifico ci sarà un incontro dedicato tra 2 giorni.
  • Medicina del territorio: per il SERD si troverà una sistemazione adeguata, anche, se necessario, realizzando un edificio ex novo, per la sua collocazione. In più in questo settore c’è una forte carenza di personale.che va rafforzato. Stesso discorso vale per il DSM (dipartimento di salute mentale) è una necessità per questo territorio, oggi più che mai, che la pandemia ha acuito ed aumentato patologie di tipo psichiatrico. Una struttura purtroppo, atta ad accogliere questi servizi, non c’è e va realizzata e il sindaco De Filippo, previa disponibilità dell’ASL, si impegna ad approvare anche in deroga un piano per autorizzarne la costruzione.

Tuto ciò rientra in un progetto di ampio respiro, che mira a ridisegnare l’intero sistema sanitario in linea con le esigenze di questa epoca. Un modello di sanità che sovverte completamente quello a cui siamo stati abituati finora, con un approccio multidisciplinare alla patologia, collegato al sociale, inserito in un piano di rinascita e resilienza e di case di comunità, già previsto a livello nazionale, così come le creazione di cosiddette stazioni, atte alla cura di soggetti particolarmente fragili socialmente ed economicamente.

Una prima sperimentazione di tutto ciò è stata già fatta a Capua prima dell’esplosione della pandemia.

Ora, da un lato si continua alla lotta al covid con la cura e i vaccini, si programma il futuro sanitario della Campania con le modalità sopra descritte.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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