AAA coglione cercasi al posto di Conte… le nuove avventure del Grillo sparlante
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di Nicola Ferri | 26 GIUGNO 2021
Circa il ruolo del Garante, un vero e proprio Alto commissario superiorem non recognosens, l’ex premier, designato dagli attuali reggenti quale futuro Capo politico del M5S, ritiene (non senza ragione) politicamente, giuridicamente e razionalmente inammissibile che venga istituito nella nuova compagine associativa un organo decisionale dotato di quei pieni poteri che Grillo ha rivendicato per sé anche nella recente assemblea dei parlamentari, quale vecchio/nuovo “Garante”, una figura incompatibile con quella del Capo politico. Perché di questo si tratta, ove si consideri che attualmente:
1) Grillo “È il custode dei valori fondamentali dell’azione politica dell’Associazione. In tale spirito esercita con imparzialità, indipendenza e autorevolezza le prerogative riconosciute dallo Statuto”.
2) A Grillo “è attribuito il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, dello Statuto.
3) Grillo resta in carica a tempo indeterminato, salvo revoca adottata a maggioranza assoluta dal Comitato di Garanzia ratificata dalla Rete.
4) Grillo ha il potere esclusivo di proposta per la nomina del Collegio dei probiviri e del Tesoriere, e di denuncia per l’applicazione di sanzioni disciplinari agli iscritti.
Se dovesse prevalere la volontà del Padre fondatore, non si vede come Conte possa costituire, sotto la propria guida di Capo politico, il nuovo Movimento 5 Stelle il quale, secondo il vigente ordinamento riguardante i partiti politici, i Sindacati e i Gruppi parlamentari assumerebbe la forma giuridica, i contenuti e le finalità delle associazioni non riconosciute, persone giuridiche ai sensi degli artt. 36-42 del codice civile, nelle quali non sono previsti “Garanti” investiti di così ampi poteri e dove i ruoli decisionali, secondo gli Statuti, sono distribuiti tra il presidente-rappresentante legale, l’assemblea, il comitato direttivo e gli amministratori, e dove i rappresentanti dell’associazione rispondono anche personalmente e solidalmente delle obbligazioni della stessa.
Delle due l’una: o Grillo accetta di ricoprire un ruolo meramente rappresentativo dotato di moral persuasion (tipo presidenza onoraria) lasciando al Capo politico Conte quei poteri decisionali che, di norma, gli statuti conferiscono ai Segretari dei Partiti, oppure l’ex comico resta fermo nella sua rivendicazione (chiedendo magari l’avallo dell’assemblea degli iscritti), che metterebbe in netta subordinazione la figura del Capo politico.
In tal caso è assai probabile che Conte si sentirà obbligato a scegliere altre strade.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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