Sessa Aurunca. Giudice di Pace nel mirino degli inquirenti: truccate sentenze e ricorsi?
A seguito di una inchiesta partita da oltre un anno,riguardanti una serie di ricorsi contro l’Agenzia delle Entrate e alcuni incidenti stradali con provvedimenti che sembravano pilotati, importanti novità sarebbero emerse dalle risultanze investigative e da un’indagine partita quasi un anno fa, da parte della procura della Repubblica di Roma a seguito di una serie di segnalazioni che hanno coinvolto l’ufficio del giudice di pace di Sessa Aurunca.
Nel mirino degli inquirenti sono finiti: il giudice di pace di Sessa Aurunca U. D. R.,il cancelliere D.B. e alcuni professionisti dell’aversano: F. S., per cui è scattato l’obbligo di custodia in carcere; stessa sorte per gli avvocati F. S e D.S.
Dalle indagini sarebbe emerso che all’interno dell’ufficio del giudice di pace sessano, dietro compensi che pare si aggirassero intorno a 50 euro per ogni iscrizione a ruolo dei vari procedimenti e per altri fascicoli che poi finivano sempre nelle mani dello stesso giudice, ossia U.D.R., che poi successivamente sembra emettesse una serie di provvedimenti pilotati senza bisogno della fase istruttoria durante i vari procedimenti che a lui stesso venivano assegnati.
A seguito della complessa attività investigativa della compagnia carabinieri di Sessa Aurunca, sarebbero emersi tutta una serie di provvedimenti pilotati che successivamente andavano a favorire quasi sempre gli stessi professionisti coinvolti nell’inchiesta giudiziaria.
Coinvolti nell’inchiesta, a quanto trapelato, anche altri sei avvocati dell’Agro Aversano che secondo l’accusa riuscivano a pilotare l’assegnazione delle loro cause grazie all’intercessione del cancelliere B. in capo al giudice di pace D.R. il quale poi avrebbe percepito secondo gli inquirenti romani il 10% delle somme liquidate a favore delle parti coinvolte, con un giro di affari che sembra si aggirasse dai 2000 ai 10.000 euro e indebiti vantaggi per coloro che avevano posto in essere tale organizzazione.
L’accusa nei confronti degli indagati è dunque corruzione in atti giudiziari continuata ed aggravata.