Una politica ferma al palo (di Stelio W. Vencesla)
Una politica ferma al palo (di Stelio W. Vencesla)
Sono stato silenzioso per un paio di settimane e non si è lamentato nessuno. D’altronde la politica italiana è ferma, ristagnante. Il governo Draghi ha messo a tacere tutti sulle cose serie. Sulle stupidaggini, che si becchino pure.
Questo governo anomalo, ma essenziale, in un silenzio non usuale, che fa disperare i cronisti, fa. Non fa annunci, previsioni, futurologia. Non si tengono più Consigli di ministri alle 22 .00 di notte, preceduti da “vertici” infiniti, fatali, con le stesse persone, sviluppando la politica del gerundio (stiamo facendo, stiamo pensando, stiamo preparando). Questo governo fa.
Il Recovery Plan è partito, forse con il consenso sperato finale dell’Unione europea. Le polemiche al tempo del Conte bis si sono sgonfiate.
La campagna di vaccinazioni va avanti con successo. La nomina di un generale ha spaventato il pollaio, perché porta la divisa con il cappello degli Alpini. È una discriminazione verso gli altri gallinacei? È il prologo di un golpe? Se ne è discusso, con la serietà che meritava il caso. Ma intanto il generale ha già fatto vaccinare milioni di Italiani. Altro che le betulle di Arcuri!
I servizi d’informazione, civile, militare, politica, da mezzo secolo sono fonte d’intrighi, di segreti, di fughe di notizie, di accuse. Draghi ha tagliato la testa al toro: la Belloni, che è una donna seria, è stata nominata responsabile del settore. Tutti zitti e preoccupati: questo (Draghi) fa sul serio. Il carnevale degli omissis, (forse) è finito.
La macchina governativa, ferma da mezzo secolo, comincia a muoversi. Scricchiola assai, ma si muove. Intanto, gli impiegati tornano in ufficio a lavorare. Hanno goduto per più di un anno di due vantaggi: stare a casa e prendere lo stipendio. Ora, la pacchia è finita. Il Ministro Brunetta sarà pure piccolo di statura, ma ha le idee chiare.
I “ristori”, di contiana memoria, che richiamano alla mente tutt’altro, sono scomparsi. Di sostegni veri il Governo comincia a occuparsi con serietà, rivedendo tutta quella confusa congerie di provvedimenti resi inapplicabili da altrettanto confuse procedure. La gente si lamenta, ma la speranza è cresciuta.
In queste condizioni, la politica italiota è senza armi. Certo, di polemiche ce ne sono ancora tante. Salvini fa il duro su una o due ore di coprifuoco per quindici giorni. Adesso, gli sbarchi degli immigrati sulle coste italiane danno ali alle sue berciate. Ma resta sempre un becero fortunato, perché gli altri sono peggio di lui.
Il panorama politico è un deserto d’idee. Sono tutti draghizzati.
Le delusioni emergono. Prendiamo il caso Letta. Rispetto a Zingaretti, fa una bella figura. Zingaretti è un brav’uomo, concreto, il bottegaio del negozio qui accanto. Alla fine, si è stufato e ha detto ai suoi compagni di viaggio: mi avete disgustato. Onore al merito. Rientra Letta che si presenta bene: è alto, distinto, colto, parla con sussiego. Non è neppure noioso. Alle prime battute, tira fuori le sue proposte “intelligenti”: il voto ai sedicenni e l’estensione della cittadinanza a buona parte degli immigrati! Due argomenti di sicuro successo e di grande attualità, mentre tutti lottano per sopravvivere.
In realtà, anche lui è un vecchio arnese del passato, fuori tempo, superato dagli eventi. Insiste sull’accordo con 5Stelle, il “patrimonio” ereditato da Zingaretti. Però, a Roma e a Torino, dove governano i 5Stelle, il PD vuole presentarsi da solo. Allora, che accordo è? Gli Italiani non capiscono. La Raggi ha fatto bene o ha fatto male? (secondo me è troppo magra.) Se ha fatto bene, perché non votarla?
Po, dove sono finiti questi pentastellati? Mistero.
L’ineffabile Conte, gettata la spugna da premier, cerca di fare il leader di un Movimento che non c’è, diviso da beghe inestricabili, da procedure interne cervellotiche, da contrasti sotterranei con il comico Grillo e palesi con il Casaleggio figlio, padre della contestata Piattaforma Rousseau.
Non c’è un Capo: Crimi è solo un figurante, l’ha detto pure un tribunale civile. Di Maio è uno Sherlock Holmes in un giallo difficile: cosa ci fa al Ministero degli Esteri. Grillo è solo un caso patologico. Il resto (o quasi) è nulla. Conte, forse, farà un miracolo, ma il Movimento è finito.
Che Letta e il PD puntino tutto sull’alleanza con questo carrozzone sgangherato è stupefacente. Solo per strappare un po’ di voti? Vien quasi da rimpiangere Renzi.
Adesso c’è in ballo l’ennesimo conflitto ebraico-palestinese. Tutti zitti, nessuno osa intervenire se prima gli Stati Uniti non fanno sapere al mondo cosa ne pensano. Israele si difende, provocando i Palestinesi, questi attaccano per difendersi, e intanto l’esercito e l’aviazione israeliana fanno tabula rasa di Gaza che vive solo del commercio con Israele. Muore la gente, ma questo è il meno, anche perché i più sono Palestinesi. Muore tutto il marciume del pacifismo ad oltranza che non fa altro che tenere aperte vecchie ferite e aprirne di nuove.
Il mondo arabo è inerte. L’Iran si frega le mani: un’altra bega per l’Occidente, che poi è l’America, perché l’Europa non esiste. L’Europa inutile è solo un punto d’approdo per migliaia di disperati.
Ecco, come se la caverà Draghi su questo problema? Ancora soldi ai Paesi rivieraschi, oppure un inutile ricorso all’inesistente solidarietà comunitaria oppure, per caso, decide davvero per un blocco navale?
Questo tema sarà cruciale nelle prossime settimane.
Roma, 14 maggio 2021
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)