Maddaloni. ‘Maggio dei Monumenti’: visite guidate periodiche con la scuola ‘De Nicola’
La scuola è duttile e riesce ad adattarsi e trarre il buono anche dalle situazioni più difficili.
Per il secondo anno di stop and go, nonostante i lockdown DAD, quarantene alternate e chi più ne ha più ne metta, la didattica prosegue e si amplia, approfondisce, si modifica trovando il lato positivo anche nelle criticità.
Per cui il “Maggio dei Monumenti” si fa e nel migliore dei modi possibili: partendo dal proprio territorio, dal quartiere in cui sorge la storica ex scuola media “De Nicola”, oggi scuola Secondaria di I grado dell’I.C. “Maddaloni 2 – Valle di Maddaloni”, istituto che in questi 3 anni ha legato la sua immagine e il suo nome alla preside Rosa Suppa, maddalonese d’eccellenza, che ha dato una nuova linfa a tutti i plessi del grande istituto che dirige, l’unico a Maddaloni che si sviluppa su 2 comuni, dall’infanzia alla secondaria, da Maddaloni a Valle di Maddaloni.
Il Borgo della Pescara è anche il quartiere storico di Maddaloni e da esso la scuola attinge molta della sua platea.
Quale miglior occasione di questo evento per approfondire con gli alunni i luoghi che vivono nella quotidianità, le chiese in cui hanno fatto magari la Prima Comunione, le strade che percorrono per recarsi a scuola?
E quale miglior fortuna di avere tra i docenti professori che vivono nello stesso quartiere e che, come il professor Mereu, sono studiosi e profondi conoscitori del territorio?
Per questi ragazzi davvero fortunati sono stati fissati 4 appuntamenti, sui luoghi programmati, a piccoli gruppi e opportunamente distanziati.
Si è partiti dal complesso di S. Maria de Commendatis con annesso il Museo Civico, che nei fatti sono parte integrante dell’istituto in quanto ne condividono l’edificio.
E poi la chiesa di San Giovanni, con il magnifico ipogeo, chiusa al pubblico orami da anni ma divenuta nota in quanto set della fortunata serie della Rai “L’amica geniale”.
La prossima settimana toccherà al gioiello per eccellenza, la trecentesca chieda di S. Margherita con l’affresco scoperto quasi per caso, e tanto raro quanto prezioso.
E per finire il borgo dei Formali, l’antico mulino, dove si conserva la storia di un passato in cui quelle stradine erano percorse da acqua e Maddaloni aveva tutto un altro aspetto.
Il glorioso e ricco passato di Maddaloni è fermo lì, in quelle pietre, in quelle strade, un po’ abbandonato, ma non dimenticato.
E tramandarlo e riportarlo alla luce con i racconti e con la storia potrebbe essere una buona premessa per togliere la polvere e ridar vita nuova.
La speranza sono i giovani e la scuola, palestra di vita vera che, oltre alle nozioni dei programmi, crea i presupposti per cittadini consapevoli del territorio in cui vivono, delle opportunità che offre e degli strumenti per valorizzarlo e migliorarlo.