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AttualitàCaserta e Sannio

12 Maggio 1995 muore Mia Martini: storia di una voce spezzata

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Il 12 maggio 1995 il Tg delle 13,30 di Rai1 annunciò la morte di Mia Martini. Domenica Adriana Rita Bertè, per chi l’amava semplicemente Mimì, fu ritrovata nell’appartamento in cui si era trasferita, a Cardano sul Campo (VA) per riappacificarsi con suo padre. Nata a Bagnara Calabra (RC) sul finire degli anni ’40, aveva tre sorelle: Leda, Olivia e la famosa Loredana Bertà. Il padre Giuseppe Radames, uomo dispotico e violento, era Preside. Sua Madre, Maria Salvina Dato, era insegnante. A causa del lavoro del padre le donne di casa Bertè si trasferirono a Porto Recanati (AN). In seguito il matrimonio andò in frantumi e Maria decise di lasciare il marito e, con le figlie, si trasferì a Roma. Qui Mimì, Loredana e l’amico Renato Fiacchini, che più tardi sarebbe diventato Renato Zero, tentarono di entrare nel mondo dello spettacolo. Mimì fu la prima a firmare un contratto e incise diversi dischi con il suo vero nome, Mimì Bertè. Verso la fine degli anni ’60 Mimì firmò, finalmente, un contratto con la più grande casa discografica italiana. Tutto era pronto per il suo lancio a livello internazionale. In estate, in Sardegna. fu fermata dalle Forze dell’Ordine e trovata in possesso, nella sua borsetta, di uno spinello. All’epoca non erano ancora in vigore le normative sull’uso personale degli stupefacenti. Fu portata in carcere, a Tempio Pausania, e dopo qualche mese di reclusione fu scarcearata in quanto ritenuta estranea all’accaduto. Lo spinello fu messo nella sua borsetta da qualcuno per farle del male. Il contratto fu rescisso dalla casa discografica che non voleva, come riportarono le cronache del tempo, avere a che fare con una drogata. Mimì contnuò il suo peregrinare tra i locali di tutta Italia in attesa del salto di qualità. La prima occasione le fu offerta dal Festival di Musica d’Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio. Mimì partecipa con una canzone dissacratoria sulla figura del padre che ha per titolo “Padre davvero”, accompagnata dal suo complesso “La Macchina”. Vince la manifestazione e comincia ad assaporare il successo. Il resto è storia. L’incontro con Alberigo Crocetta (scopritore di grandi artisti) e la scelta dell pseudonimo. Crocetta aveva visto un lungo percorso artistico per Mim’, soprattutto oltralpe, e le chiese di scegliere uno pseudonimo che facesse pensare subito all’Italia e che fosse facile da ricordare, anche all’estero. Mimì, grande amante dell’attrice statunitense Mia Farrow, ne prese il nome di battesimo mentre per la seconda parte dovette scegliere tra le tre cose italiane più famose all’estero: spaghetti, pizza e Martini. Nacque così Mia Martini.

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Il resto è storia. Vittorie e riconoscimenti. tournée in mezzo mondo, la critica che la giudicè migliore voce italiana del tempo. Tutto sembrava destinato a contnuare tra lo sfavillìo dei riflettori, la gloria e gli applausi. Il sipario, però, calò impietosamente su di lei quando una semplice diceria diventò la sua croce. Per molti addetti ai lavori Mimì portava iella. Anche la sua vita privata fu annientata. Nessuno la chiamava. Nessuna casa discografica le offriva contratti. Se Mimì arrivava in qualche ristorante il proprietario la invitava ad andare via per paura che i clienti abbandonassero i tavoli. La sua vita si spegneva giorno dopo giorno. Si ritirò dalle scene e contnuò a cantare nelle sagre di quartiere pur di racimolare il giusto per vivere. In una sua intervista, degli anni ’90, Mimì disse che un noto regista (Gianni Boncompagni) al solo sentire il suo nome si toccava i genitali in segno di scaramanzia. Nel 1989 Bruno Lauzi riuscì a convicnerla a ricalcare la grande scena. Sanremo l’accolse con fiori, applausi e, soprattutto, abbracci: quasi a volerle chiedere scusa delle angherie subite e del calvario che l’ingiuriosa etichetta di iettatrice la costringeva a subire. Mimì si sentiva di nuovo amata. Le più seguite trasmissioni televisive facevano a gara per averla ospite e per sentirla cantare. La sua voce, seppure spezzata da interventi chirurgici per la rimozione di tumori alle corde vocali, incantava e incanta tutt’ora chiunque l’ascolti. I trionfi, in Italia e all’estero, la resero Stella Internazionale. Mimì si sentiva amata. Poi la malattia. Le cronache riferirono che Mimì combatteva con due tumori: uno alle corde vocali e uno all’ apparato genitale. Mimì aveva il terrore di perdere la voce e decise di combattere i due nemici con un cocktail di medicinali pur di non finire sotto i ferri del chirurgo per l’ennesima volta. Mimì cercò disperatamente di riappacificarsi con suo padre e così prese in affitto una appartamentino poco distante da lui, che intanto si era risposato con una donna che Mimì amava moltissimo. Il cocktail di medicinali fu fatale a Mimì nella notte tra il 10 e l’11 maggio 1995. Sopraffatta da un infarto, la povera Mimì protese tutte le sue energie che le restavano per cercare aiuto… Non riuscì a chiamare nessuno. Per entrare nel suo appartamento ci fu bisogno dei Vigili del Fuoco che scardinarono la porta di ingresso. Mimì fu trovata senza vita, sul letto… con la mano protesa in cerca del telefono.

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(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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