Maddaloni. Prime Comunioni ‘al covid’: rischio focolaio in città
Il 25 aprile di quest’anno sarà ricordato come la Liberazione dalle restrizioni covid con conseguente diffusione di contagi.15 mesi non sono serviti a far comprendere che le regole vanno ancora rispettate, nonostante il gioco governativo di strega cambia color, e che certe leggerezze si pagano, e anche care.
Così come fa tanto discutere la querelle scuola sì/scuola no, pro DAD e contro DAD, ma davanti ad abitudini consolidate non c’è virus che tenga. E questo è il caso delle Prime Comunioni di domenica.
Nulla contro il sacramento e il credo religioso, ma la celebrazione religiosa poteva, visto il periodo, essere organizzata in sicurezza e singolarmente.
Domenica, appunto nella chiesa della SS. Maria Immacolata, cosiddetta dei Cappuccini, si sono celebrate le Prime Comunioni, e altre sono già state programmate per le prossime domeniche.
Dei 17 bambini in elenco, ne erano presenti solo 11, perché i restanti erano contagiati o in quarantena. Il giorno successivo la celebrazione, lunedì, una bambina è risultata positiva al tampone covid. Di conseguenza al momento sono in quarantena fiduciaria sono i bambini e le catechiste che oltre alla giornata di domenica hanno condiviso anche l’incontro preparatorio. Il parroco, don Eduardo, è in attesa di tampone.
In attesa di conoscere gli sviluppi di questa vicenda e di sapere se quanto verificatosi domenica ha potuto generare un focolaio, val la pena rimarcare che la pandemia non è conclusa e che il virus è ancora tra noi, con tutte le sue varianti, più subdolo che mai. Non solo, e che l’inottemperanza della quarantena è punita penalmente.
Purtroppo in molti casi non si manifesta, e ci si può contagiare nei modi e nei luoghi più disparati. Non serve puntare il dito contro chi ha contratto il virus e magari lo ignora anche, come, spesso succede proprio nei bambini, portatori ignari ed inconsapevoli. Vanno invece evitati ancora e più che mai gli assembramenti e i raduni di più persone per motivi che non siano davvero indispensabili. E sicuramente le Prime Comunioni potevano attendere tempi migliori all’aria aperta o un essere gestite, se proprio non se ne poteva fare a meno, con un’organizzazione differente, evitando contatti.
Intanto il nostro in bocca al lupo e la nostra vicinanza a chi ha contratto il virus, affinché ne esca velocemente.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)