Calcio. Serie ‘A’: due ‘incornate africane’ per ‘matare’ il ‘Toro’ nella propria ‘Arena’
Torino – Napoli 2 a 0 : Matato il Toro con due incornate africane.
La squadra è in fiducia e si vede, mi auguro che da qui a fine stagione non si ritorni a fare esperimenti.
Vedere il Napoli giocare in questo periodo è di una lussuria quasi erotica, finalmente in campo ognuno ha la sua disposizione migliore, c’é da sottolineare che se il centrocampo azzurro si schiera con due mediani di copertura, due palafrenieri, per intenderci, ne giova tutta la compagnia, perché i calciatori che segnano e inventano calcio non mancano a questo gruppo, anzi, quel che è sempre mancato è stata una copertura preventiva, che forse non è nelle corde di chi mette in campo i calciatori, eppure è un fatto strano, visto il passato da “cagnaccio” che ricopriva da calciatore l’attuale allenatore azzurro; si vede a occhio nudo che la mediana schierata così funziona assai meglio, nonostante qualche calciatore compassato e lento come un accelerato di Battipaglia.
La squadra è in fiducia e si vede, mi auguro che da qui a fine stagione non si ritorni a fare esperimenti sterili, tipo la difesa a tre, o il turnover dei portieri e dei terzini, oppure mettere in campo Maksimovic o Mario Rui che, con la storia calcistica di Napoli, hanno finito di scrivere pagine, almeno si spera; mancano solo 6 gare alla fine della stagione e ci auguriamo che le prossime sperimentazioni le rivedremo ad agosto, in periodo di precampionato.
Le dolenti note di ieri sono, a nostro modestissimo parere, le sostituzioni fatte contro il Torino che sono state quasi tutte sbagliate, si continua a far giocare Mertens da sottopunta, lì dove non è il suo ruolo, non può un calciatore inventarsi partendo da esterno per poi diventare centravanti per poi trasformarsi in mezzapunta, in quella posizione per noi il belga è un abominio. Non si schiera Elmas esterno quando per sua natura è una mezzala, costringendo il ragazzo a fare spesso cattive prestazioni, ma questa è la storia di questo campionato azzurro, dove gli esami “Non finiscono mai”in stile edoardiano; anche se come mi faceva notare un tizio, alla fine come tecnico ho solo allenato in categorie anonime, quindi dovrei solo tacere. E come dice qualcuno l’importante è vincere, in fondo il tifoso è così, per sua natura si comporta come gli innamorati, che dimenticano spesso tradimenti e mancanza di tatto, da parte di chi si ama e si ricorda solo quel che si vuol ricordare, il tifoso comune va capito, non bisogna meravigliarsi del suo atteggiamento, la gente tifa ed è giusto che reagisca in questo modo, se il Napoli vince l’allenatore è un grande se invece perde l’allenatore non capisce una beata mazza. Questo è un compito che va appunto lasciato al tifoso comune, quello che amo definire “di pancia”, ma chi invece viene invitato, come capita a noi, ad analizzare le cose in maniera tecnica, non può fare allo stesso modo, sarebbe un delitto.
Il Napoli occupa in questo momento una posizione molto più consona al suo valore, una zona di classifica che rispecchia il valore della “rosa” e dei costi di gestione del club partenopeo, anzi manca a nostro parere ancora qualche punto, perso per dabbenaggine tecnica, durante la stagione, quindi non c’è da meravigliarsi affatto del posto che in questo momento stanno occupando gli azzurri, anzi le perplessità nascevano dalla posizione assurda, cui la compagine ha riversato per lungo tempo in campionato, le critiche nascevano dal fatto che già da dicembre un gruppo così di spessore, con ingaggi da squadra di vertice, con oltre 14 calciatori che giocano nelle loro nazionali di provenienza, era fuori da tutte le competizioni cui gareggiava, tutto questo non solo per demerito dei calciatori stessi, che la stampa amica dell’allenatore e quella parte di tifoseria cui accennavo sopra hanno addirittura additato come atleti scarsi, svogliati, non all’altezza, pur di giustificare le carenze della conduzione tecnica, che sono state davvero troppe per occupare una panca così prestigiosa come quella del Napoli.