Libertà per i mafiosi: “Ergastolo ostativo incostituzionale, ma decida il Parlamento”
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Libertà per i mafiosi: “Ergastolo ostativo incostituzionale, ma decida il Parlamento”
La Corte costituzionale non si è fatta tirare per la giacchetta dal governo e sull’ergastolo ostativo-libertà condizionale per i mafiosi detenuti non ha stabilito modifiche, come aveva chiesto l’Avvocatura dello Stato. Ha, invece, deciso di chiedere l’intervento del Parlamento, che dovrà esprimersi entro un anno. Rendendosi conto che c’è in gioco la credibilità dello Stato nella lotta alle mafie, non si è spinta, come l’anno scorso, sia pure tra diversi paletti, a consentire i permessi-premio. Era stata la Cassazione a chiedere alla Consulta che dichiarasse l’illegittimità costituzionale della norma dell’ordinamento penitenziario secondo la quale gli ergastolani mafiosi non hanno diritto alla libertà condizionale se non hanno collaborato con la giustizia.
La Corte, con la sentenza di ieri, ha sì detto che questa norma viola gli articoli 3 e 27 (uguaglianza dei cittadini, rieducazione della pena) e l’articolo 3 della Cedu (divieto di pena disumana), ma ha anche deciso che deve farsi carico il Parlamento di una modifica di legge dato che “l’accoglimento immediato delle questioni rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell’attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata”. La Corte ha dato al Parlamento tempo fino a maggio 2022 “per consentire al legislatore gli interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi”. La sentenza arriva a tre settimane dall’udienza, non solo per le vacanze pasquali di mezzo, ma perché c’erano posizioni contrapposte tra i giudici e la questione è stata molto dibattuta. Il 23 marzo scorso, in udienza, l’Avvocatura dello Stato, a governo cambiato da poco, aveva modificato la sua posizione. Mentre nella memoria depositata quando ministro della Giustizia era Alfonso Bonafede, aveva chiesto il rigetto del ricorso della Cassazione, in udienza, invece, con ministro della Giustizia Marta Cartabia, ha detto no alla richiesta della Cassazione di dichiarare incostituzionale la norma, ma ha suggerito alla Corte di interpretarla nel senso di dare discrezionalità al giudice competente che, caso per caso, avrebbe potuto decidere se l’ergastolano mafioso potesse ottenere la condizionale o meno. L’Avvocatura dello Stato, quindi, avrebbe voluto che la Corte mutuasse la sentenza del 2019, quando presidente era proprio la ministra Cartabia, che ha dichiarato incostituzionale la stessa norma, ma solo il comma in cui venivano negati i permessi premio. Sia M5S sia Lega hanno detto che si batteranno perché non ci sia alcuna modifica.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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