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AttualitàCaserta e Sannio

Caserta. Acqua pubblica da privatizzare? decisamente contrario il movimento ‘Caserta Decide’

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Da anni l’acqua pubblica è al centro del dibattito politico.

Nel giugno 2011, gli elettori italiani votarono a favore dell’abrogazione di due norme in materia, in due diversi quesiti referendari: uno contro la possibilità di privatizzare la gestione dei servizi idrici, l’altro su un aspetto più complesso, ossia la remunerazione per il capitale investito dal gestore del servizio idrico.

Il referendum ebbe esito positivo.

Nel nostro Paese le reti idriche sono di proprietà pubblica ed è vietata la loro vendita a soggetti privati, anche se la società acquirente avesse capitale interamente pubblico.

In base al decreto-legge n. 112 del del 2008, la loro gestione può essere però affidata a soggetti privati.

Secondo i dati di Utilitalia, la federazione che rappresenta la quasi totalità degli operatori dei servizi idrici in Italia, oltre la metà degli abitanti residenti nel nostro Paese (il 53 per cento) riceve un servizio erogato da società interamente pubbliche.

Poco più di tre italiani su 10 invece (il 32 per cento) lo riceveva da società miste a maggioranza o controllo pubblico, mentre il 12 per cento direttamente dall’ente locale, la cosiddetta “gestione in house”.

Del restante 3 per cento, il due per cento della popolazione italiana é servita da società private e l’ultimo 1 per cento da società miste a maggioranza o controllo privato.

Nell’Unione europea, il settore idrico è regolato a livello comunitario  da diverse normative – come la direttiva quadro sulle acque e quella sull’acqua potabile – che delineano un quadro comune europeo, la cui attuazione però poi cambia a seconda dei Paesi.

Ad esempio in Francia, Germania e Spagna vige un sistema in cui la proprietà è solo pubblica mentre la gestione può essere pubblica, mista o privata. In due nazioni del Regno Unito (Inghilterra e Galles), le reti sono di proprietà privata e gestite da privati, anche se sulle tariffe e le regolamentazioni esiste un controllo da parte dello Stato.  

Ma la questione dell’acqua pubblica non puó essere affrontata solo a livello nazionale ed europeo, è un argomento vivido e che ci riguarda da vicino, una problematica che interessa piccoli e grandi centri.

In merito Caserta Decide, movimento civico rapprensentato da Raffaele Giovine candidato a sindaco alle prossime amministrative 2021, ha pubblicato in questi giorni una pubblica dichiarazione in cui ha appreso con stupore ed incredulità le premesse citate nella delibera di G.C. n. 18 del 10 febbraio 2021 e gli indirizzi formulati al Dirigente del settore Lavori pubblici affinchè lo stesso “individui un soggetto pubblico per la gestione del servizio idrico comunale”, sposando improvvisamente la causa delle tante associazioni che a più riprese hanno richiesto l’attuazione degli esiti del referendum sull’acqua del giugno 2011 (e son trascorsi ben dieci anni).

Ci stupisce e meraviglia sentir dire dall’Amministrazione Marino, come si legge da dai comunicati diramati dall’ente, che [tale Amministrazione] “condivida fortemente il concetto di acqua bene comune in contrasto con le politiche fondate sulla sua trasformazione in merce […]. L’acqua è un bene pubblico, rappresenta un diritto inalienabile” e tanti altri concetti condivisibili, ma fortemente condizionati, evidentemente, dal  periodo preelettorale.

Ovviamente Caserta Decide sarà ancora più vigile  nel seguire l’esito di questa delibera di  indirizzo, del resto abbastanza generica e ambigua, non essendo specificato se si tratta  di individuazione di soggetto  “totalmente” pubblico o anche solo a maggioranza pubblica e con partecipazione quindi di privati nella gestione dell’acqua. E ci chiediamo a tal proposito come mai l’Amministrazione Marino non abbia accompagnato l’atto di indirizzo alla modifica statutaria, da cui si evince che “l’acqua è un bene comune fondamentale alla vita, senza rilevanza economica”? In ogni caso saremo attenti affinché non vi sia margine di profitto da parte del soggetto da individuare né che lo stesso sia comunque  quotato in borsa e che infine non si tratti del solito carrozzone politico. Caserta Decide ritiene necessario che il soggetto pubblico da individuare sia in grado di seguire l’intero ciclo del servizio idrico, dalle falde alla depurazione al  riversamento nelle acque marine, che vi sia un controllo sociale sulla gestione del servizio (e quindi partecipazione popolare alla decisioni sulla gestione idrica) e che siano previste agevolazioni per quelle fasce di popolazione che non abbiano temporaneamente  le risorse per garantirsi un diritto essenziale per la vita.

Auspichiamo infine che non si proceda, nell’impossibilità di trovare il “giusto” soggetto pubblico, ad un rinnovo della concessione alla società attualmente  concessionaria del servizio, pur avendo avuto tanto tempo (trent’anni) per provvedere ad una diversa gestione del servizio idrico nel territorio del Comune di Caserta.

Caserta Decide è fortemente convinta che l’acqua vada gestita dal pubblico, attivando inoltre processi di controllo popolare. Questo è uno dei primissimi obiettivi che ci prefissiamo di realizzare non appena saremo al governo di Caserta.

(Comunicato Stampa – Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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