AVERSA, SCANDALO ASL, FALSI CERTIFICATI E FAVORI SESSUALI
Aversa-Emergono altri particolari su quella che è l’inchiesta che ha colpito l’ASL di Caserta, dettagli hot e quant’altro su quanto accadeva all’interno dei vari uffici.
L’inchiesta che ha colpito l’Asl di Caserta e, in particolare, il settore ed il dipartimento della Salute Mentale ha provocato una bufera nel mondo politico, sanitario e sindacale aversano. Ad Aversa e ai paesi limitrofi fanno, infatti, capo la maggior parte delle persone coinvolte. Indagati, ma al momento si tratta di una serie di ipotesi di reato che dovranno trovare ulteriore riscontro nel corso dell’iter procedimentale, ci sono ben settanta persone di cui dodici agli arresti domiciliari. Politica e sindacato risultano entrambi coinvolti.
Ma, cerchiamo di ricostruire quello che è accaduto nel tempo e quello che stava succedendo. La figura chiave dell’inchiesta è lo psichiatra che lavorava all’interno degli uffici ASL, ossia Luigi Carizzone, perno della vicenda tanto da essere presente in quasi tutte le pagine della mastodontica ordinanza. Luigi Carizzone si sarebbe permesso, stando agli atti, di tutto: dal creare un sistema di gestione dei malati di mente per trarne profitto, ad avere una presunta amante (Patrizia Rampone, 10 anni in meno di lui) per la quale chiede anche una borsa da mille euro (che lui vorrebbe pagare, ma lei non ne ha l’intenzione) con la quale colloquia attraverso un turpiloquio continuo, ad ottenere sesso orale da una propria paziente di 20 anni più giovane.
Lo stesso psichiatra, ossia il Carizzone avrebbe fatto intascare migliaia di euro a diversi dipendenti (di cui molti dell’Agro Aversano) del Dipartimento di Salute Mentale per progetti “fantasma” che poi non sarebbero mai stati attuati.
A lui, poi, si sarebbero rivolti funzionari medici ma non soltanto anche funzionari dell’Asl ed altri sanitari per ricevere certificati medici psichiatrici per familiari e amici , tra i quali figurano altri medici come Vincenzo Grella sempre di Aversa, Valentino Di Michele altro dottore dell’aversano, più precisamente di Cesa.
In particolare, Vincenzo Grella avrebbe chiesto al quello che è uno dei suoi colleghi ossia il Carizzone un certificato da allegare alla pratica del figlio per il rilascio del porto d’armi per la caccia. Certificato rilasciato senza che il giovane Grella fosse stato mai sottoposto a visita. Esilarante, se non fosse per l’illegalità sottesa, l’episodio del certificato rilasciato ad un imputato in un processo per guida in stato di ebrezza. Dopo aver pagato mille euro, l’avvocato avrebbe chiesto di rifare il certificato con precise indicazioni tanto da far arrabbiare Carizzone che avrebbe detto alla Rampone che avrebbe diviso con lui: «Ora gli restituisco i mille euro e lo mando a quel paese», questo quello che emerge da alcune risultanze e tabulati telefonici.
Ma ci sono anche altre persone coinvolte nella maxi inchiesta, ci sarebbe poi inoltre anche una raccomandazione presso il noto politico casertano Gennaro Oliviero, attuale presidente del Consiglio Regionale della Campania, per sé stesso per prorogare il proprio incarico presso l’Asl e per il nipote Victor Gatto al quale andranno incarichi come avvocato dell’Asl per oltre centomila euro. Victor è figlio di Mario Gatto, già più volte parlamentare, che Carizzone (cognato di Gatto) deride pure, parlando con la Rampone, per non essere riuscito ad intessere una tela di rapporti da utilizzare per suo tornaconto. Carizzone e Victor Gatto sono, poi, rispettivamente, zio e fratello di Francesco Gatto, da anni segretario cittadino del Partito Democratico, molto vicino al sindaco Alfonso Golia e alla sua amministrazione. Tra i coinvolti anche Pasquale Sannino, figlio del più noto Giuseppe, Peppe per gli amici, esponente di primo piano del Pd cittadino e uomo ombra del sindaco tanto da creare non poco malcontento anche tra i fedelissimi di Alfonso Golia che gli hanno imputato, in tempi non sospetti, molta influenza, in verità tutta da provare stante la caparbietà proverbiale dello stesso Golia.
Ad essere coinvolto c’è anche uno dei sindacati della Sanità casertana, la FIALS nata ad Aversa grazie alla famiglia Stabile. Il figlio di Salvatore (il potente dirigente del sindacato in questione), Antonio, e Costanza di Pietro (nuora di Peppe Stabile, già vicesindaco e presidente del Consiglio comunale, attualmente consigliere di opposizione dopo essere stato per due volte candidato alla carica di primo cittadino) sono tra gli indagati per una serie di reati. Il magistrato parla, per i personaggi di primo piano coinvolti nell’inchiesta, di associazione «allo scopo di commettere una serie indeterminata di reati, fra cui i reati di peculato, corruzione, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico, truffa ai danni della pubblica amministrazione, abuso di ufficio ed altri reati sempre ai danni della pubblica amministrazione».
Accanto ad essi vi sono, inoltre, diversi dipendenti Asl, quasi tutti dell’Agro Aversano, che hanno beneficiato di cospicue somme per progetti che non si sarebbero mai concretizzati mentre altri si sarebbero avvalsi di false giustificazioni di uscite per abbandonare il post di lavoro per effettuare faccende di tipo personale.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)