Movimento 5 Stelle, aria di scissione: 15 senatori espulsi dopo il NO al Governo Draghi
Dopo la fiducia accordata mercoledì al senato,giovedì il governo Draghi si appresta a riceverla anche alla Camera.
Schiacciante la maggioranza ottenuta a palazzo Madama dal nuovo esecutivo che però, con 262 voti favorevoli e 40 contrari, non riesce a battere il record detenuto da Monti (281 voti favorevoli) che resiste dal 2011.
A votare la sfiducia al nuovo Governo, oltre a Fratelli d’Italia, anche una piccola parte del Movimento 5 stelle.
Dei 92 senatori pentastellati, 69 hanno votato SI, 15 hanno votato NO, oltre ad 8 assenti, 2 dei quali ingiustificati.
Dura è stata la reazione del reggente il Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, che ha annunciato su Facebook l’espulsione dal movimento dei 15 grillini dissenzienti.
Si tratta dei senatori Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Giannuzzi, Granato, Lamura, Lannutti, Lezzi, Mantero, Mininno, Morra, Ortis e dei campani Moronese e Di Cicco; “colpevoli” di non aver seguito la decisione presa dopo la consultazione sulla piattaforma Rousseau.
“Ho detto No perché la mia coscienza non mi ha concesso di dare fiducia ad un governo che ribalta la volontà espressa dagli elettori nel 2018” spiega il casertano Di Micco sul proprio profilo Facebook.
Parole alle quali si sono accodati gli altri colleghi frondisti che hanno esternato sui social tutte loro perplessità sulla nascita del nuovo governo.
Il Movimento 5 Stelle si avvia così ad una scissione interna che potrebbe portare alla formazione di un gruppo autonomo al Senato, mentre, proprio in queste ore, tra gli attivisti, si discute della possibilità di sostituire la figura del capo politico con quella di un organo collegiale incaricato di dirigere il futuro politico del movimento.