AVVOCATI & MAGISTRATI NELL’OCCHIO DEL CICLONE PEGGIO DEI POLITICI / IL CORSIVACCIO DI FERDINANDO TERLIZZI
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Il Corsivaccio di Ferdinando Terlizzi
Gli avvocati sono in continua lite e rischiano il commissariamento (pezzo di Salvati in coda). I magistrati sono travolti dal ciclone Palamara e molti nomi tremano tra i citati Mariano Maffei (vedi articolo di Zaza).
Io la penso diversamente e dico che gli uni e gli altri sono in sintonia con la società di oggi: uno sfacelo ed una decadenza morale e non solo. Forse perché ho 83 anni e da oltre 60 faccio il mestiere di “andare” a vedere e non attendo le “veline” della Procura o dell’ordine.
Forse perché sono legato agli avvocati di un tempo colti, eloquenti, corretti. O a magistrati che con le loro requisitorie e con le loro sentenze uguagliavano la curia sammaritana.
Non a questa pletora di azzeccagarbugli (con la dovuta sparuta eccezione, naturalmente) parte “avvocati” stabilizzati, parte laureati su internet e il resto che non conoscono un brogardo latino perché hanno ottenuto l’iscrizione alla Facoltà di Giurisprudenza, dopo aver realizzato il “pezzo” artigianale, la maggior parte provenienti da un qualche istituto professionale. Ergo: avvocati ex elettricisti, periti tecnici, periti industriali, geometri, ragionieri, maestri elementari…
Soffermiamoci solo per qualche momento su alcuni nomi tra quelli che hanno presieduto l’Ordine: Giuseppe Fusco, Alfredo Gaito, Vittorio Verzillo, Raffaele Papa, Francesco Troiano, Elio Sticco, Michele Sciaudone, Alfonso Martucci…
Poi… un vuoto assoluto, una pochezza, una mediocrità, uno sfacelo! L’oggi.
Avvocati: manca numero legale, salta il Consiglio ma il Presidente lo riconvoca. Sette consiglieri chiedono le dimissioni della maggioranza: c’è rischio commissariamento
Fonte: di Biagio Salvati Il Mattino
Si profila un rischio commissariamento per il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere, a causa del numero legale venuto meno per l’assenza volontaria di sette consiglieri del gruppo Dignità Forense che chiedono le dimissioni del presidente Adolfo Russo, criticandone la gestione. I «maginifici 7» (gli avvocati e consiglieri Emilia Borgia, Gianmarco Carozza, Marisa De Quattro, Tiziana Ferrara, Ottavio Pannone, Giuseppe Merola ed Ugo Verrillo) si dicono «coerenti nell’iniziativa in linea con il dissenso denunciato fino a oggi». Oggi, la loro mancata partecipazione ha fatto saltare la prima convocazione del Consiglio, ma il presidente Adolfo Russo ha già convocato la seconda assise per domani. Alle loro rimostranze, Russo risponde così: «Ci chiedono di dimetterci ma, mi domando, a questo punto perché non si dimettono loro? Probabilmente per non assumersi le responsabilità e tutte le conseguenze che ne deriverebbero per l’intero Consiglio e l’avvocatura». Nei giorni scorsi si erano dimesse tre importanti figure del Consiglio: il vicepresidente, la responsabile della formazione e il tesoriere (gli avvocati Iaselli, Puoti e Palmirani).
IL SISTEMA PALAMARA
Fonte: di Alberto Zaza d’Aulisio –
Il «boom» delle trecento copie prenotate dalla distribuzione a Santa Maria Capua Vetere e delle cento a Caserta concorre a far volare al primo posto nella classifica bestseller di Ibs Ebook il libro-intervista di Alessandro Sallusti a Luca Palamara, che a 39 anni era stato il più giovane presidente dell’Associazione nazionale magistrati (2008-2012). Stuzzicante il sommario «Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana».L’opinione pubblica vuole capire meglio al di là di quanto si sia potuto apprendere dal dibattito televisivo. Fiumi di opinioni scorrono ai vari livelli. Innumerevoli gli interrogativi che restano, comunque, ancora senza risposta dopo le sciabolate vibrate a destra, a sinistra, al centro, in attesa che la tempesta si quieti e che la giustizia faccia il suo corso. Intanto Luca Palamara ha appellato la decisione del Consiglio superiore della magistratura che lo ha radiato nell’ottobre scorso dall’Ordine giudiziario a seguito del suo ruolo di mediatore all’interno del sistema delle correnti strutturate dai magistrati.Quanti opinavano che dalle esternazioni di Palamara potessero venir fuori spunti di coinvolgimento riguardanti la giustizia in provincia di Caserta, e segnatamente i magistrati casertani impegnati a livelli di responsabilità funzionali o di rappresentanze associative, hanno dovuto prendere atto della loro notoria estraneità per le condotte sempre tenute alla luce del sole. Marcello Matera, formatosi alla scuola di dottrina e di etica del papà Livio, leader di Unicost «che, insieme con Pino Berruti, aveva portato nel centro della magistratura tutte le sue inevitabili contraddizioni costringendoci a vederle e ad affrontarle». Accenna a Mariano Maffei, procuratore a Santa Maria all’epoca della vicenda giudiziaria che investì Sandra Lonardo moglie di Clemente Mastella, ma soltanto quale momento di passaggio che precorse la caduta del governo Prodi. Accenna anche a Luigi Gay, già procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere poi procuratore a Potenza. Una interpolazione completamente anodina e cronachistica.Cita Pina Casella quale componente di Unicost insieme con Roberto Carrelli Palombi, e ancora la ricorda tra i leader dell’associazionismo giudiziario insieme con Cosimo Ferri, Edmondo Bruti Liberati, Nello Rossi, Piergiorgio Morosini, Giuseppe Cascini, Piercamillo Davigo, Claudio Galoppi, Aldo Morgigni. Intanto l’intervista diventa letteratura mentre la pietra nello stagno lanciata da Palamara – figlio di Rocco Palamara, importante magistrato calabrese stroncato da un infarto sul lavoro a 61 anni nel 1988 mentre stava chiudendo un trattato di estradizione con gli Stati Uniti d’America – è già sul fondo del lago. E già si vanno cancellando i labili cerchi disegnati dalle onde.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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