Caserta. Riapre la Reggia, ma non mancano i problemi, illustrati minuziosamente dalla direttrice–La direttrice della Reggia di Caserta “Abbiamo aspettetato tanto questo DPCM”o
“Abbiamo aspettato tanto questo Dpcm“: con queste parole Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta, accoglie l’ufficialità della riapertura dei musei nei giorni feriali per le regioni in zona gialla contenuta nel nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte.
La Reggia di Caserta è un massaggio al cuore, a volte è una spina nel fianco quando la vedo trascurata, ma sicuramente la bellezza fa bene in questo momento. Abbiamo bisogno anche di fiducia e di respirare un’aria positiva in luoghi come i musei”.
Maffei spiega anche di dover “affrontare il tema della chiusura del martedì perché l’apertura lunedì e venerdì deve entrare in un processo condiviso anche con le parti sindacali per evitare la chiusura settimanale storica della Reggia che serve anche a sistemare, pulire, fare lavori di manutenzione”.
Prosegue il direttore della Reggia così – “Per noi diventa un’esigenza fare una riflessione di sostenibilita’ e riciclo su quello che consideriamo scarto, l’arancia che io vedevo marcire a terra, cosi’ come molte altre cose come il materiale che buttiamo a fine mostra. Poi ho incontrato Lella Palladino, ho visto e sentito quello che facevano come cooperativa, e mi e’ sembrato che potesse essere l’occasione per avviare una collaborazione: Casa Lorena e la cooperativa Eva hanno anche esperienza su una produzione di gastronomia secondo le norme” e quindi il progetto “e’ nato cosi’, da un’esigenza della Reggia e un incontro casuale, un ragionamento e un’affinita’ di idee etiche, di sviluppo territoriale sostenibile, di attenzione e sostegno a delle problematiche sociali”. Cosi’ Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta, spiega alla Dire la nascita del progetto sperimentale di raccolta degli agrumi del Parco Reale e di produzione e commercializzazione di confetture che coinvolge donne occupate nel laboratorio ‘Le ghiottonerie di Casa Lorena’, centro antiviolenza realizzato all’interno di un bene confiscato alla criminalita’ organizzata a Casal di Principe.
“La riflessione piu’ generale che la Reggia di Caserta sta facendo – prosegue – e’ sulle proprie risorse come opportunita’ per sviluppare impresa – che sia poi impresa sociale, piccola impresa, startup – per assicurare un sostegno a quello che e’ il museo al servizio della societa’ e dello sviluppo sostenibile. A questo si aggiunge che quella della Reggia di Caserta e’ un’identita’ produttiva e noi stiamo impostando tutto il nostro lavoro sul concetto di Agenda 2030 e, piu’ che mai, di economia circolare”. Il progetto avviato con la cooperativa Eva e Casa Lorena “e’ una sperimentazione che poi si aprira’ su ragionamenti piu’ ampi perche’ – conclude Maffei – la Reggia di Caserta ha un tema di produzione di materia prima, non solo le arance, siamo un parco che produce, ad esempio, anche funghi”.