L’angolo letterario…Vincenzo Restivo consiglia “Perché non te ne vai?” di Christian Coduto
Caserta-Dopo “Spalla a Spalla”,Coduto si cimenta con un romanzo di formazione (Perché non te ne vai?, Officina Milena, 2020)
E lo fa con una prosa vispa, ironica che ricorda molto il Burroughs di “Correndo con le forbici in mano”
Perché come Burroughts, Coduto ci accompagna in un universo dove la bizzarria non è altro che la trasposizione netta della realtà quella che,spesso e volentieri, a Sebastiano va stretta.
Così si ribella alla famiglia che lo vorrebbe all’università, che preferirebbe per lui una linearità statica, ma pur sempre indice di sicurezza.
La narrazione si dipana in direzioni collimanti, alternata da pagine di diario, analessi e prolessi che arricchiscono la trama un bocconcino alla volta.
Il lavoro narrativo di Coduto ricorda quello scrupoloso di Salinger. Sebastiano è anche Holden, come lui adotta espressioni idiomatiche volutamente ripetitive, slang che ricalcano l’assonanza con certi contesti giovanili odierni, che Coduto dimostra di conoscere bene. Del resto, scrivere di adolescenti non è un’impresa semplice, specie se chi lo fa, adolescente non lo è più da un po’. Ma in questo caso, come con Salinger, la voce di Sebastiano/Holden appare limpida e chiara, del tutto svincolata dall’autorialità del padrone della penna, che si mantiene distante come un osservatore rispettoso, e tu quasi fai fatica nel credere che Sebastiano sia solo il personaggio di una storia. E che è del tutto possibile che possa nascere un’amicizia tra un vecchio burbero e ammaccato dalla vita, e questo ragazzetto gay di periferia che vorrebbe tanto scappare da se stesso.
La copertina
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