Napoli. Fa scuola il ‘Metodo Cantone’, utilizzato dalla Benemerita per indagini sul Revenge Porn
Dopo tutta una serie di indagini, espletate a seguito del suicidio della napoletana Tiziana Cantone
nell’anno 2016, il “Metodo Cantone“ ha preso sempre più piede, ma di cosa si tratta cerchiamo di esser più precisi: il ‘metodo cantone’ non è altro che un sistema di identificazione che ha permesso di scoprire e denunciare oltre cento presunti responsabili della diffusione dei video privati di Tiziana Cantone – la 31enne suicidatasi il 13 settembre 2016 – diventa uno degli strumenti principali adottati da alcune Polizia giudiziarie italiane per scoprire le false identità in rete e risolvere casi di “revenge porn“; si tratta esclusivamente di casi emersi sui social che hanno sede negli Usa, i più diffusi, da Facebook a Instagram, da Twitter a Telegram, compagnia da poco passata sotto la giurisdizione del Governo Federale americano.
Il metodo si basa sull’obbligo giuridico che ogni compagnia ha, negli Stati Uniti, di immagazzinare, senza poterli utilizzare, i dati di chi apre un account sulle proprie pagine, come il numero di cellulare, l’email usata come riferimento e in contemporanea la geo-localizzazione del dispositivo, la marca di quest’ultimo e di conseguenza l’intero traffico internet generato; alla vittima di “revenge porn”, basta quindi compilare un modulo sul sito di Emme-Team, e richiedere gratuitamente il blocco dell’immagine.