Covid-19. AIFA rassicura: I vaccini arriveranno dal Belgio in speciali termo-contenitori, senza problemi
Magrini, direttore dell’Aifa “Vaccini trasportati in contenitori speciali, non serviranno troppi freezer”.
Le fiale vanno conservate a meno 80°. Lo stabilimento europeo della Pfizer è in Belgio, a una giornata di camion. Le dosi arriveranno in casse col ghiaccio secco, dove possono resistere dieci giorni-
Le fabbriche dei vaccini sono già al lavoro. “Aspettiamo la pubblicazione dei dati finali delle aziende farmaceutiche. Poi partiremo con approvazione e distribuzione”. Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, spiega come arriveremo di qui a un anno a vaccinare gli italiani contro il coronavirus.
La conservazione del vaccino di Pfizer a -80° pone dei problemi?
“Pfizer ha predisposto contenitori ad hoc per il trasporto delle fiale. Sono pieni di ghiaccio secco e conservano i vaccini per 10 giorni. Lo stabilimento è in Belgio, a una giornata di camion da noi. Potremmo cercare di avere consegne periodiche frequenti e non avere bisogno di troppi freezer”.
Quando avverrà la distribuzione?
“È solo un termine orientativo, ma Pfizer potrebbe consegnare all’Italia 3,4 milioni di dosi tra fine gennaio e metà febbraio. Poiché serve un richiamo, parliamo di 1,7 milioni di persone. I vaccini verrebbero consegnati in modo scaglionato per ridurre i problemi di stoccaggio. Il commissario Arcuri coordinerà la distribuzione alle regioni in base a un documento di programmazione del dipartimento prevenzione”.
Come verranno fatte le parti?
“In modo equo fra le regioni. L’ordine di vaccinazione per le prime dosi è già fissato. Si parte con le persone più a rischio: operatori sanitari, forze dell’ordine, grandi anziani e ospiti delle Rsa. Parliamo di circa 10 milioni di persone. Ci vorrà qualche mese, a partire dalle prime consegne”.
E il resto della popolazione?
“Oltre all’età, via via decrescente, l’ordine verrà deciso in base alla presenza di fattori di rischio”.
Gli altri vaccini in arrivo?
“Ne aspettiamo tre per la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo. Sono Pfizer con BionTech, AstraZeneca con Oxford e Irbm, e l’americana Moderna. Altri dovrebbero arrivare all’inizio del 2021: Johnson&Johnson, Sanofi e, poco più avanti, l’italiana Reithera, che ha completato i test di fase uno con dati molto buoni. Nel mondo ci sono 45 vaccini in sperimentazione sull’uomo, 6 o 7 a circa sei mesi dal traguardo. È questione di tempo, ma non ci mancheranno le dosi per una copertura di oltre il 75%, per una immunità di gregge capace di frenare la circolazione del virus. Non vedo un rischio di accaparramento come è avvenuto da parte degli Usa con il farmaco remdesivir”.
Gli Usa parlano del 18 dicembre per la prima iniezione. Da noi?
“Auspichiamo un’approvazione coordinata per Usa ed Europa”.
Ma l’Fda americana sta già studiando i dati di Pfizer per un’approvazione di emergenza. Aspetta solo i due mesi obbligatori dopo la seconda dose ai volontari.
“Sì, è possibile che gli Usa facciano prima. Credo che abbiano carte che all’Europa non sono arrivate. Sarebbe sgradevole vedere una parte del mondo che supera le altre, ma non creerebbe problemi. Le consegne saranno scaglionate e graduali”.
È possibile che in Europa uno Stato decida di scavalcare gli altri, approvando un vaccino prima dell’Ema, l’agenzia europea?
“È possibile e qualche nazione lo ha minacciato. Ma mi auguro che non avvenga. Le trattative e gli acquisti vengono gestiti ordinatamente dalla Commissione europea. Le dosi sono suddivise tra gli Stati in base alla popolazione. All’Italia spetta il 13%”.
Da AstraZeneca quante dosi avremo, e quando?
“In Europa 400 milioni, il 13% corrisponde a 52 milioni. Non so quando le avremo. Hanno finito di immunizzare i volontari, aspettano un numero di contagi significativo per confrontare vaccino e placebo”.
Quanto costeranno?
“AstraZeneca circa 2,5 euro a dose. Pfizer è intorno ai 16 euro”.
Il vaccino di Pfizer è indicato tra 12 e 85 anni. Molti anziani non potranno riceverlo?
“Lo deciderà l’Ema, ma non credo che ci saranno rigidità che escluderanno i grandi anziani, anche se meno rappresentati negli studi”.
Quando avremo più vaccini, come li incastreremo?
“Possiamo deciderlo solo dopo aver visto i dati . Dobbiamo conoscere efficacia e caratteristiche di ciascun vaccino per capire come combinarli”.
Se altre aziende avranno efficacia più bassa di Pfizer avremo vaccini di serie A e serie B?
“È prematuro parlarne. Anche Pfizer ha comunicato una percentuale di efficacia molto buona, del 90%, ma senza pubblicare alcunché. Non sappiamo per esempio se il suo prodotto protegge solo dai sintomi gravi o anche dal contagio”.
(Fonti: Elena Duse/La Repubblica – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)