Marcianise. Covid-19: morta infermiera 57enne, sanitari allarmati: ospedali al collasso nel casertano
Sulla difficile situazione sanitaria, riceviamo e pubblichiamo uno stralcio di quanto dichiarato da alcuni medici
che cercano anche di delineare un quadro di ciò che sta accadendo nei vari ospedali:
“Oggi abbiamo perso per Covid una validissima infermiera. E’ un dispiacere enorme, che ci fa riflettere sulla necessità, ormai non più rinviabile viste le enormi difficoltà che il personale di tutti gli ospedali sta incontrando, di predisporre un lock down generalizzato”.
Parole commosse quelle di Filippo Topo, medico del nosocomio marcianisano e segretario di sezione presso l’Asl del sindacato dei medici ospedalieri Cimo.
“La collega, di appena 57 anni – ricorda Topo – due settimane fa era al lavoro in ospedale. Era solare e sempre pronta ad aiutare dove ve ne fosse bisogno.
Poi in un giorno svenne due volte, sembrava non fosse nulla, ma al tampone risultò positiva; è stata quindi ricoverata per precauzione al Covid Hospital di Maddaloni, e la situazione nei giorni è peggiorata, fino alla morte sopraggiunta stamani.
Medici e infermieri stanno pagando un prezzo altissimo, ma comunque continuano ad assicurare i servizi: al pronto soccorso di Marcianise arrivano oggi tutti i cittadini che prima andavano a Maddaloni, e molto arrivano anche dal napoletano”.
Anche all’ospedale di Marcianise la situazione è quasi al collasso, ci sono almeno sette persone positive ricoverate al Pronto Soccorso in attesa di trovare un posto al Covid Hospital di Maddaloni, dove è tutto pieno, anche i 14 posti di terapia intensiva; pieno anche il Melorio di Santa Maria Capua Vetere (52 i posti letti destinati al Covid), in parte riconvertito da qualche settimana a Covid Hospital, come l’ospedale modulare montato accanto all’azienda ospedaliera di Caserta.
Resta qualche posto a Teano, dove vengono portato i pazienti anziani. Le criticità riguardano soprattutto i posti letti destinati ai malati Covid non gravi, ma anche i posti letto riservati alle terapie intensive sono quasi esauriti; resta qualche posto in rianimazione all’ospedale di Caserta, mentre nuovi posti dovrebbero essere creati a Maddaloni.
Ad Aversa, secondo ospedale della provincia – non destinato al Covid – con un bacino di utenza di 500mila persone, l’area del pronto soccorso con sei postazioni riservate ai malati Covid è sempre piena; e se ad agosto i malati Covid che si erano presentati ad Aversa erano 88, ad ottobre erano 580, e oltre 300 in questi primi 13 giorni di novembre.
“Siamo al limite di guardia – afferma il direttore sanitario del nosocomio Arcangelo Correra – le persone continuano ad arrivare in auto con sintomi per fare il tampone e siamo costretti a portare fuori le bombole per aiutarli. Non so fino a quando potremo andare avanti così.
Servono medici ed infermieri, alcuni colleghi sono positivi e riusciamo a stento a coprire tutti i turni di lavoro ma stiamo comunque riuscendo, seppur con enormi sacrifici, a garantire tutte le altre emergenze”.
Fuori dagli ospedali intanto si montano tende o prefabbricati per accogliere le persone che arrivano in ambulanza al pronto soccorso, e che spesso hanno sintomi e sono in attesa di tamponi.
Proprio ad Aversa la Croce rossa sta montando un prefabbricato, mentre a Marcianise è stata installata una tenda, ma non è ancora operativa.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)