Cosa rischiano le attività che non rispettano le regole del DPCM
L’ ultimo DPCM emanato dal premier e in vigore fino al 24 novembre ha scatenato la protesta dei settori più colpiti, e c’è chi ha deciso di restare aperto nonostante l’obbligo di abbassare le saracinesche alle 18.00. Non solo bar e ristoranti ma anche cinema, teatri e palestre, per i quali la chiusura dovrebbe essere totale.
Chi resta aperto in segno di protesta rischia l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dal decreto Cura Italia: la multa fino a 1.000 euro e la sospensione dell’attività a discrezione delle Forze dell’ordine.
Nel frattempo il Governo è al lavoro sul decreto ristoro, con bonus, indennizzi e aiuti economici per i settori in sofferenza; ma quello che preoccupa sono le tempistiche di erogazione dei benefici.
Cosa rischia chi resta aperto nonostante i divieti
Il DPCM del 25 ottobre prevede misure molto restrittive: bar, pasticcerie, pub e ristoranti devono chiudere alle 18.00 con possibilità di fare asporto e consegne a domicilio e saracinesche abbassate fino al 24 novembre per palestre, piscine, cinema e teatri.
Ma c’è chi ha deciso di non chiudere in segno di protesta. Si tratta perlopiù di gestori di locali, cinema e circoli sportivi che in questo modo “sfidano” le norme in vigore accusando il Governo di essere stati abbandonati.
Per loro i rischi sono i seguenti:
- la sanzione amministrativa da 400 fino a 1.000 euro;
- la sospensione dell’attività fino a 5 giorni per scongiurare la prosecuzione o reiterazione delle violazioni.
A queste sanzioni – che sono quelle stabilite dai decreti e DPCM emanati da marzo ad oggi – possono aggiungersi conseguenze più gravi per chi commette atti di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale, rifiutando di chiudere l’attività contro l’ordine di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. In tal caso si rischia la reclusione da 6 mesi a 5 anni.
Anche i clienti rischiano la multa?
Le autorità competenti possono comminare sanzioni amministrative anche nei confronti di chi si trova all’interno di bar, ristoranti, cinema e palestre aperte oltre l’orario consentito o contro il divieto: i clienti rischiano la multa per assembramento ingiustificato e violazione delle norme anti-Covid, che va da 400 a 1.000 euro.
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