‘Diseguaglianze frutto di un’economia malata’ per il Papa; Lepre: ‘di malato c’è solo l’input politico’
Dal Vaticano Papa Francesco tuona sulle disuguaglianze che, a suo dire, sarebbero figlie di una economia malata, infestata dal tornaconto privato e dal business a tutti i costi.
E questa potrebbe essere una visione a dir poco ‘garantista’ della questione, in quanto il male è molto più subdolo e sfugge persino alle interpretazioni dello Spirito Santo.
Ma facciamo un passo indietro: Un recentissimo studio dell’OCSE sul Bel Paese ha rivelato un inaspettato peggioramento dello status quo partendo dal lavoro con un incremento della disoccupazione addirittura di circa il 12,5%.
“Nonostante le fandonie del governo -esordisce il prof. Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 Rai e presidente del Club delle Eccellenze di Confesercenti Campania e Molise- il futuro resta incerto, le vie d’uscita sempre di meno con un peggioramento sostanziale dei problemi già esistenti e con la conseguenza di ampliare le disuguaglianze sociali già in atto in tutto il Paese“.
Il rischio di tutto ciò è una crisi economica ed identitaria senza precedenti, sottolinea il Pontefice, “molte persone perdono la speranza di vivere, e questo è il frutto di una malattia sociale, è come un virus che viene da un’economia malata“.
Papa Francesco utilizza toni foschi per indicare un problema che comunque sta consumando famiglie e imprese, sacrificate sull’altare della negligenza e dell’approssimazioni.
Aggettivi questi che chiariscono alla perfezione il pensiero del professor Lepre che risponde agli appelli del Papa, inquadrando il problema da un’altra angolazione:
“Sono pienamente in accordo con Papa Francesco per le sottolineature sul mondo economico, anche se mi preme invitare il Pontefice a capire i veri motivi che hanno condotto alla cosiddetta ‘economia malata’ almeno nel nostro Paese.
L’Economia non è malata di suo, non potrebbe mai esserlo essendo -continua il professor Lepre- una scienza soggetta alla matematica; l’economia è malata perché la politica imperante la rende tale, cieca e sorda ai bisogni del popolo che è e resta sovrano in tutte le democrazie.
Se la pandemia da Coronavirus ha messo in ginocchio le nostre certezze, come tiene a specificare il Papa, la certezza economica resta strettamente connessa agli input della politica, perché a che se ne dica, sono secoli oramai che la storia non è più fatta dall’economia, e men che meno in questi ultimi 50 anni nei quali le cosiddette ‘ideologie terze’ hanno fatto la differenza in un mondo senza più regole e universalmente globalizzato ed iperconnesso.
Sono pienamente in accordo con Papa Francesco -ribadisce il professor Lepre- quando sottolinea che “da una crisi non si può uscire uguali, o usciamo migliori, o usciamo peggiori”, dovremmo però considerare il fatto che ne usciamo poveri, quindi nell’impossibilità di capire o progettare un futuro diverso da quello attuale, specie se poi le nostre azioni non incontrano la spendibilità elettorale“.
Chiosa finale: “Come avete sicuramente notato, l’economia attuale è un cane che rincorre la sua coda per morderla, e proprio quella corsa su se stessa che rappresenta il freno globale di tutto il sistema“.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)