PISTE CICLABILI, QUESTE SCONOSCIUTE”
di Silvestro Gennaro
“Carneade! Chi era costui? ruminava tra sé don Abbondio seduto sul suo seggiolone…Carneade! questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”.
“Piste ciclabili! Cosa sono costoro”? Si chiedono, al pari del Curato di manzoniana memoria, alcuni nostri concittadini che si ostinano a circolare o, peggio ancora, a parcheggiare allegramente sulle stesse?
È noto che la civiltà di un Paese si giudica, soprattutto, dai servizi e dalle infrastrutture che esso è in grado di offrire ai propri cittadini: le piste ciclabili sono un segno di civiltà e di progresso e, per questo, vanno realizzate, sostenute, incentivate e promosse a tutti i livelli.
Anche Caserta, la nostra città, si sta prodigando per la loro realizzazione e, recentemente, ha visto la luce quella di Corso Giannone ed è in fase di completamento quella di via Fulvio Renella.
Aldilà delle critiche ai metodi di realizzazione, del tutto legittime, che sono state mosse in città sia da parte degli automobilisti che dei ciclisti, esse sono indispensabili perché usandole alleggeriamo l’aria dall’inquinamento, liberiamo spazi comuni dall’ingombro delle autovetture e miglioriamo la salute fisica e psichica di tutti, favorevoli e contrari.
Ciò detto, quindi, riteniamo necessario ricordare agli “allegri concittadini” sopra citati, ignoranti l’uso corretto delle piste ciclabili, che è, parimenti, noto che la civiltà di un Paese si giudica anche dal rispetto delle regole! Regole che, ancor prima di essere codificate per legge, dovrebbero essere di natura etica quale “complesso di norme morali e di costume”. Confidiamo nell’attenta lettura di questo nostro scritto da parte delle istituzioni pubbliche preposte al controllo.
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