Al via i testi sierologici per il personale scolastico/ Le reazioni di alcuni docenti in merito alle criticità della macchina organizzativa
Sono partiti da 48 ore i testi sierologici per il personale della scuola e stamattina sono apparsi alcuni articoli che lamentano la mancata adesione di una parte dei docenti e dei collaboratori scolastici.
https://www.open.online/2020/08/26/scuola-medici-base-docenti-rifiuta-test/
Noi di Belvederenews abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni docenti,che sottolineano alcune criticità della macchina organizzativa.
“Questa mattina l’Italia “giornalaia” si è svegliata con un nuovo bersaglio: i docenti e la loro scarsa adesione ai test sierologici. Diciamo le cose come stanno:
– moltissimi medici di base non hanno aderito alla campagna
– altri medici non sanno dare indicazioni
– alcune Asl non hanno il materiale per effettuare i test
– a scuola lavora anche il personale non docente (ATA)
– la scuola sarà frequentata anche dagli alunni (piccoli e adolescenti)
– i test sierologici rapidi non sono affidabili come i tamponi (con tanti falsi negativi)
– se oggi fossero tutti negativi non è detto che lo siano ancora tra dieci giorni
Ah… Il test era e continua ad essere VOLONTARIO!Scaricare la responsabilità di eventuali focolai scolastici sui docenti è una strategia inutile e senza fondamento scientifico, i decisori politici facciano scelte sensate e basate sulle evidenze! Prof.ssa Brunelli Concetta
“C’è una quota consistente di medici di base che non effettuerà i test demandando alle Asl il “gravoso” impegno. Questo, almeno a me, crea un problema di spostamento, di attesa, ma soprattutto di rischio, in quanto non so se e quali precauzioni saranno prese presso le sedi Asl. Sicuramente farò il test,ma resto dell’idea che avrebbero dovuto obbligare i medici di base a fare il loro dovere” Professoressa Angela De Lucia
“Va detto che alcuni MMG non erogano il test e alcune ASL non hanno approntato percorsi dedicati con sufficienti protocolli di sicurezza. Dunque, in un’analisi costi-benefici se un soggetto ha avuto scarse interazioni con il mondo esterno (dunque la probabilità di essere venuto a contatto con il virus è bassa) e i protocolli posti in essere per l’erogazione dei tamponi (o sierologici) sono inadeguati (come nel caso che sto raccontando) credo si rischi di più a fare file interminabili, ammassati in spazi angusti. L’alternativa, quella che ho praticato io,è fare il test presso un laboratorio privato. Questo comporta la mancata comunicazione alla ASL di appartenenza dell’esito del test ma, sotto il profilo morale e pratico, non cambia la sostanza, ossia sapere qual è il proprio stato rispetto all’eventuale contrazione del virus. Tuttavia, la questione è un po’ più complessa in relazione ai MMG. Almeno stando alla narrazione del mio medico di famiglia loro non avrebbero ricevuto indicazioni chiare e dispositivi di protezione adeguati per affrontare in sicurezza l’erogazione dei test. Dunque questa sarebbe la ragione per cui i MMG del suo territorio di competenza per ora hanno firmato un documento congiunto nel quale dichiarano di non essere disponibili a erogare i test nei loro studi” Prof. Luca Lo Sapio
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