Caserta, al Comune chiusi gli accessi, si entra due per volta: no al termometro
Dal 19 agosto è ufficiale: per contenere il propagarsi del Covid-19 al Comune di Caserta si chiudono gli accessi ma non si misura la temperatura. Di certo la determina dirigenziale non dice proprio così, eppure in fondo il significato è questo. Infatti, Salvatore Massi, il segretario generale di Caserta, ha disposto, con protocollo n° 80890, nuove misure di sicurezza per gli accessi agli uffici.
Vigilanza non armata, Polizia Municipale e dipendenti comunali Superman
Adesso durante l’orario di apertura al pubblico degli uffici comunali l’unico accesso sarà quello di via San Gennaro. Massi, per altro, ha voluto la chiusura “tassativa” dei due varchi interni che permettono la comunicazione con il Settore attività produttive e l’accesso al cortile.
In quelle ore gli uscieri, già coadiuvati da alcuni Vigili Urbani di servizio presso la ex Caserma Sacchi, dovranno regolare gli accessi al pubblico con l’aiuto anche di alcune ditte di Vigilanza privata con sede fuori Caserta, ma questa è altra storia. Il problema rilevante è che neanche in questa Determina si fa menzione a quel famoso “Termoscanner” con cui rilevare la temperatura corporea. Insomma, il problema che avevamo sollevato giorni fa nessuno lo ha preso in considerazione. Ne prendiamo atto. Che i dipendenti del Comune di Caserta fossero esposti al Covid-19 e che i Sindacati fossero su tutte le furie non è importato proprio a nessuno. Avevamo raccontato come ancora oggi non si rispettino le misure anti contagio ordinate dalla Regione. Permangono perciò condizioni precarie ovunque nelle sedi municipali.
Due persone per volta e file chilometriche: nessuna soluzione al problema
Veniamo, allora, alle indicazioni di Massi circa il numero esatto di persone a poter usufruire dei sevizi. Secondo il Segretario l’accesso al piano terra è consentito a due utenti alla volta. Chi va oltre l’orario di chiusura dovrà invece abbandonare l’edificio, se già dentro, oppure continuare il giro dei servizi dopo – magari – qualche ora di attesa al bollente sole d’estate.
Tutto ciò, chiaramente, sarà – quanto meno lo si spera – tassativamente rispettato, come vuole soprattutto il Segretario generale. La Giunta comunale, invece, per ragioni di sicurezza – scrive – ha preferito potenziare i “buttafuori” con quelle predette ditte di vigilanza privata, per cifre di giusto qualche migliaio di euro, forse dimenticando il succedersi dei dissesti finanziari e la possibilità di una rimodulazione dell’organico.
La norma lo richiede, nessuno la rispetta
È fatto obbligo per il datore di lavoro di assicurare misure di prevenzione da contagio Covid nei luoghi in cui si svolgono le attività e dove c’è affollamento. A dirlo è l’Ordinanza regionale n° 66 dell’8 agosto 2020. Bisogna verificare a tutti che la temperatura non superi i 37,5 °C, cosa che non avviene a Caserta e che i sindacati hanno tempestivamente denunciato alle autorità senza sortire effetto alcuno.
Riguardo alla norma, il segretario Massi nella sue disposizioni tiene conto delle normative vigenti, ma non di quelle ultime e urgenti. Cita il DPCM del 29 luglio scorso e tiene conto, senza specificare, di regolamenti regionali e leggi nazionali. Insomma niente di essenzialmente rilevante.
Se Dante Alighieri definiva Firenze e l’Italia del suo tempo una “nave senza nocchiere”; “donna di bordello” allora non aveva ancora visto il Comune di Caserta.
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