Regionali 2020. Legge elettorale e seggi in Campania
Napoli. Le elezioni regionali 2020 in Italia non si terranno tutte in una sola data. Emilia Romagna e Calabria infatti, che in teoria dovevano votare nel 2019, sono già andati alle urne domenica 26 gennaio.
In tutte le altre sei regioni interessate da questa tornata elettorale, Toscana, Veneto, Campania, Liguria, Puglia, Valle d’Aosta e Marche, si doveva votare a fine maggio ma l’emergenza coronavirus ha fatto slittare il tutto.
Il Consiglio dei Ministri ha così stabilito che “gli organi elettivi regionali a statuto ordinario il cui rinnovo è previsto entro il 2 agosto 2020 durino in carica 5 anni e 3 mesi e che le elezioni si svolgano nei 60 giorni successivi a tale termine o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori”.
Nonostante che diversi governatori spingano per votare a luglio, tra cui anche De Luca ed Emiliano, alla fine il governo sembrerebbe essere indirizzato a stabile come data delle regionali quella del 20 e 21 settembre.
L’aula della Camera ha votato ieri sulla data delle prossime elezioni. Sulla data delle prossime elezioni il centrodestra si spacca. Forza Italia accetta che per le regionali e le comunali si vada a votare il 20 e 21 settembre, dando l’altolà ai governatori delle sette Regioni alle urne (Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle d’Aosta) che puntavano ad anticipare al 13 e 14 settembre le urne. L’emendamento della discordia porta la firma del forzista Francesco Paolo Sisto. Fratelli d’Italia vota contro, la Lega si astiene.
Lo scontro è su quando andare alle urne per le regionali e amministrative e per il referendum sul taglio dei parlamentari, che il coronavirus ha già fatto slittare da maggio all’autunno.
L’unica certezza sembrerebbe essere quella dell’accorpamento con il primo turno delle elezioni amministrative e con il referendum, con gli appuntamenti più importanti in Campania che saranno quelli di Giuliano e Cava de’ Tirreni.
La legge elettorale
La legge elettorale per le regionali in Campania è quella emanata nel 2009 e poi modificata nell’aprile del 2015, circa un mese prima delle ultime elezioni. Si tratta di un sistema proporzionale a turno unico.
Viene eletto governatore il candidato che riesce a ottenere anche un solo voto in più rispetto ai suoi avversari. Per garantire una sostanziale governabilità, a esso verrà attribuito un premio di maggioranza del 60% dei 50 seggi a disposizione che vengono ripartiti su base provinciale.
Napoli – 27 seggi
Salerno – 9 seggi
Caserta – 8 seggi
Avellino – 4 seggi
Benevento – 2 seggi
Per poter accedere alla ripartizione dei seggi, i consiglieri vengono eletti con criterio proporzionale su base di liste circoscrizionali, una lista a livello provinciale deve superare la soglia di sbarramento del 3%, a meno che non faccia parte di una coalizione capace di ottenere almeno il 10%.
Gli elettori campani possono effettuare un voto disgiunto (ovvero indicare un candidato governatore e poi volendo anche una lista che non lo appoggia), oltre alla possibilità di indicare fino a due preferenze per quanto riguarda i consiglieri.
Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza.
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