Camorra. Il decreto che rimanda in carcere i boss, colpisce Pasquale Zagaria
Casapesenna . Nel corso dell’udienza di ieri 4 giugno 2020, i difensori di Zagaria hanno chiesto di respingere il ricorso della procura che ne ha richiesto il ripristino in carcere.
Pasquale Zagaria, fratello di Michele, boss dei Casalesi, il 25 aprile 2020 e’ stato scarcerato.Malato di tumore e detenuto al 41 bis, Zagaria non era più nelle condizioni di essere sottoposto a chemioterapia, in quanto l’ospedale sardo dove era sottoposto alle cure, è stato trasformato in reparto Covid.
Pasquale Zagaria sta scontando i 5 mesi di arresti domiciliari in provincia di Brescia. Alla luce del decreto legge sulle scarcerazioni dello scorso 10 maggio, il magistrato di sorveglianza è stato chiamato a rivalutare la sua posizione.
Il decreto del governo del 9 maggio, con cui l’esecutivo è intervenuto sulla questione dell’invio ai domiciliari di una serie di pericolosi criminali durante l’epidemia di coronavirus, ha avuto l’effetto, al 13 maggio, di far riesaminare la situazione di alcuni condannati per mafia che erano stati in precedenza scarcerati per esigenze di tutela della salute
Il decreto, in particolare all’articolo 123, ha sì previsto che i detenuti possano scontare la pena residua ai domiciliari, se inferiore ai 18 mesi, ma ha escluso da questo beneficio una serie di categorie di criminali, tra cui anche i boss e gli altri criminali che sono condannati per reati particolarmente gravi.
Pasquale Zagaria dovrebbe andare in un ospedale attrezzato alla cura dei detenuti in regime di carcere duro.
I difensori di Zagaria hanno chiesto di respingere il ricorso della procura anche alla luce delle motivazioni dei giudici che avevano ritenuto “primaria” la tutela della salute. Sulla questione i giudici si sono riservati con la decisione che è attesa nei prossimi giorni.
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