Fase 2 e il bullismo dell’abbandono: la soluzione nella riapertura degli oratori
di Vincenzo Giaquinto
Fase 2 e Il bullismo dell’abbandono.
Come in tutti i risvegli, anche in questo della pandemia, sarà necessario prendere o, per meglio dire, riprendere consapevolezza di vecchie e nuove problematiche sociali; ci stiamo riferendo al bullismo.
La segregazione fisica nelle abitazioni ha portato con sé anche la segregazione delle problematiche che in questi ultimi mesi hanno trovato in ogni singola casa il proprio incubatore, per ripartire, poi, con la stessa forza di prima. Questo perché la politica di questi ultimi anni pare abbia considerato importante occuparsi dell’aspetto della socializzazione dei giovani e di interventi in favore dell’inclusione sociale.
Il neoliberismo integralista ha voluto solo schiere di consumatori passivi per poter collocare tutta la propria produzione e dare profitti.
Le nuove generazioni di genitori hanno dovuto assecondare il consumismo edonistico per riuscire a mantenere una parvenza di rapporto affettivo con i propri figli.
Generazioni già affettivamente denutrite dal fenomeno consumistico sono state facile preda di inconsulte manifestazioni di rabbia, tentando così di gridare il proprio isolamento.
Dinanzi a questo disinteresse politico uno degli ultimi baluardi di socialità è rappresentato dagli oratori, ultimi spazi di contrasto alla desertficazione psico-affettiva che sta colpendo soprattutto le ultime generazioni di adolescenti.
Gli spazi pretoriani, con le proprie attività, accolgono il giovane, ma non solo; perché il giovane è parte di quel sistema famiglia che oggi sta vivendo un momento di forte disorientamento e fame, non solo di cibo per il corpo ma anche esistenziale; fame che, purtroppo, porta con sé rabbia e violenza.
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