Sfiducia Bonafede. Non bastava il Covid19, per Conte arriva lo “sgambetto” del solito Renzi
Roma .Oggi , 20 maggio 2020, si discute in Senato la mozione di sfiducia contro il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
Si tratta di ben due mozioni di sfiducia: una presentata dal centrodestra e l’altra da Emma Bonino. Quella del centrodestra quasi “giustizialista” e ironicamente battezzata “Nino Di Matteo”, un’altra ideata dai liberali-europeisti di +Europa di Emma Bonino, di matrice espressamente “garantista
Le mozioni sono state presentate dopo le accuse del magistrato Nino Di Matteo, secondo il quale nel 2018 Bonafede gli negò un prestigioso incarico al ministero della Giustizia per via di alcune pressioni ricevute da boss mafiosi. La discussione intorno a Bonafede si è comunque ampliata dopo l’inizio del caso Di Matteo, includendo le accuse ricevute per la gestione delle scarcerazioni durante l’epidemia da coronavirus e critiche più durature e generiche al ministro, accusato da tempo di avere un approccio giustizialista e populista sulle carceri.
A preoccupare il Governo e’ soprattutto quello che fara’ Italia Viva.
Il voto determinante sulla sfiducia a Bonafede, del Movimento 5 Stelle, potrebbe essere quello della delegazione di Italia Viva, il partito fondato dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che conta 17 senatori e che fa parte della maggioranza, pur essendo spesso in aperta polemica con il governo.
Per questo, negli scorsi giorni ci sono state intense trattative tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i leader di Italia Viva per convincerli a non votare la sfiducia a Bonafede, che potrebbe provocare una crisi di governo.
Ieri la capogruppo di Iv Maria Elena Boschi ha incontrato a palazzo Chigi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte; una trattativa è in corso finalizzata a definire un patto di legislatura fra Conte e Renzi, il prezzo, cioe’, per salvare Bonafede.
Queste sarebbero state le richieste della Boschi al Presidente del Consiglio, cioe’ le proposte/condizioni di Italia Viva per votare contro la mozione di sfiducia. E rilanciare il governo insieme. La capogruppo alla Camera di Iv ha formulato importanti richieste. Tra queste l’inserimento nel prossimo Cdm del piano Shock Italia così come Renzi l’aveva pensato, 120 miliardi da investire subito nelle opere pubbliche. Alla base dell’istanza c’è il timore dei renziani che la loro idea possa essere presto ripresa, con nome diverso, e fatta propria da M5S e Pd, una specie di furto d’iniziativa politica. La deputata ha chiesto al premier di investire maggiori risorse nel ministero della Famiglia, presieduto dalla renziana Elena Bonetti e desiderosa di concedere alle famiglie italiane “un assegno per ogni figlio”.
Il Presiedente del Consiglio già all’epoca della prima minaccia sulla mozione di sfiducia a Bonafede sottolineò che, qualora fosse stata presentata, l’avrebbe considerata come un atto politico e non ha cambiato posizione. Oggi da Graziano Delrio a Vito Crimi, dal ministro Francesco Boccia a tanti altri big della maggioranza, è arrivato un messaggio chiaro: votare la mozione di sfiducia significa sfiduciare il Governo.
E sulla stessa lunghezza d’onda è anche Conte: votare a favore di un atto contro un ministro che per di più è anche capo delegazione del Movimento 5 stelle aprirebbe una crisi di governo.
Ancora una volta, Matteo Renzi tenta di entrare a gamba tesa nel governo dello stato.
Dopo il mancato ” golpe” di Salvini, l’ex Presidente del Consiglio ha fondato il movimento Italia Viva non solo frantumando, al di la’ delle parole di convenienza, il Pd e l’intero centro sinistra, ma strizzando tutti e due gli occhi al centrodestra.
L‘alleanza Pd e M5s aveva fermato ma non interrotto l’avanzata del ” toscanaccio” che , nella fase 2 della pandemia, ritorna all’attacco di Conte: non si comprende verso quale direzione miri Renzi, se non quella delle ” poltrone”.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri agli ambasciatori di Italia viva continua a ripetere ciò che ha confermato prima del via libera al decreto rilancio: piena disponibilità a discutere dei provvedimenti anche all’interno del decreto sulle semplificazioni, riconoscimento pieno dei contributi che arrivano da tutti i partiti .
“Se cade il ministro Bonafede – ha dichiarato il Presidente della Camera Roberto Fico- – si pone un grossissimo problema politico e mi sembra difficile che una maggioranza possa andare avanti, se un pezzo della stessa maggioranza vota con le opposizioni la mozione di sfiducia. Si aprirebbe una crisi di governo. E penso che o si va avanti con questa maggioranza e con questo governo o saranno elezioni. Oggi non siamo nelle condizioni di avere un’altra tipologia di maggioranza”.
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