Guerra del Covid19. Tutti quelli che si sono arricchiti grazie alla pandemia
Fronteggiare la pandemia da Covid-19 ha significato per l’economia mondiale precipitare nella recessione a seguito delle perdite che si sono registrate sul piano del profitto di molte aziende, nella logica dei mancati ricavi conseguenti all’arresto di tutte le attività produttive.
Scenari da recessione non si sono però abbattuti su tutte le aziende.
Alcune di esse hanno infatti attraversato indenni l’ondata di crisi economica, rinvenendo in essa delle opportunità per ampliare i propri margini di guadagno.
A concretizzare questa prospettiva, la comune strategia di lotta alla diffusione ulteriore dei contagi confluita nelle rigide restrizioni applicate.
La conseguente limitazione dei contatti e degli spostamenti con l’obbligo della quarantena ha richiesto alle persone di rivedere il proprio stile di vita e di riprogrammarlo secondo nuove abitudini così da proseguire su un binario parallelo, quello della digitalizzazione, le attività ordinarie.
Per molte aziende questa si è rivelata un‘occasione per offrire beni e servizi sul fronte degli acquisti online e delle applicazioni di teleconferenza divenute indispensabili dinanzi all’accelerazione che ha subìto il mondo del lavoro nella sua innovativa concezione di smart working.
Pertanto, coloro che sono risultati i veri vincitori di questa pandemia occupando con l’incremento del proprio patrimonio il podio della classifica degli uomini più ricchi del mondo riportato da Bloomberg ( The Bloomberg Billionaires Index ) sono: Jeff Bezos, Bill Gates e Mark
Zuckerberg.
In vetta alla classifica si staglia il patrimonio del fondatore,presidente e amministratore delegato di Amazon cresciuto nel solo mese di aprile di 50 miliardi, raggiungendo i 145 miliardi di dollari.
Merito del tutti a casa che ha permesso al colosso delle vendite online con i suoi prodotti e servizi di aumentare i propri introiti facendone crescere le azioni fino al 5,3% in un solo giorno.
Bill Gates, il fondatore di Microsoft, ha visto aumentare i suoi profitti del 22% superando i 10 miliardi.
Il colosso del software e di internet ha infatti retto bene con la sua diversificazione attuata soprattutto nella fornitura di servizi cloud fra cui il segmento di Intelligent Cloud; Azure, il cuore dei servizi cloud e le attività di cloud computing che ha beneficiato degli aumenti del lavoro da casa e in modalità remota.
In questo piano globale si colloca il progetto Ambizione #Italia Digital Restart con un investimento di 1,4 miliardi di euro per la creazione di un importante data center “quale ulteriore spinta alla trasformazione digitale del nostro Paese” ha commentato Giuseppe Conte.
Questo piano per l’Italia punterà sull‘accesso ai servizi cloud locali,espanderà la partnership con Poste Italiane e avvierà nuovi progetti di competenze digitali e smart-working, a sostegno delle Pmi nella logica dello sviluppo di nuove opportunità imprenditoriali per risolvere le sfide
più difficili del Paese.
Facebook, il re dei social network, ha potuto contare un rialzo del 15% degli utili. Utili che sono saliti parecchio rispetto alle attese con un guadagno in termini di utenti e popolarità a cui si è affiancata la scelta del suo fondatore di emarginare dissidenti e critici interni arrivando così a
detenere maggiore potere.
I profitti del gruppo sono infatti saliti a 4,9 miliardi mentre la piattaforma andava registrando nei primi tre mesi del 2020 una media di 2,6 miliardi di utenti al mese, con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente.
Numeri che superano i 3 miliardi di utenti, più o meno il 39% della popolazione mondiale se consideriamo anche le altre app del gruppo come Whatsapp, Messenger e Instagram.
Nel frattempo, il gruppo ha approfittato del coronavirus per “riabilitare” la sua reputazione dopo le gravi polemiche riguardanti le pratiche monopolistiche e l’ inadeguata gestione dei controlli nell’ambito delle fake news.
I big della tecnologia e di internet,e cioè Facebook, Amazon,Apple,Netflix e Google hanno dimostrato con i bilanci ottenuti nei primi tre mesi dell’anno di aver retto al contagio da coronavirus.
Anche Alphabet, la holding di Google, il gigante dei motori di ricerca, riequilibra il calo dei profitti mettendo a segno una crescita delle entrate, del 13% nel primo trimestre a 41,2 miliardi di dollari.
Profitto a sorpresa anche per il gigante delle auto elettriche Tesla il cui patron, Elon Musk, ha messo a segno un guadagno pari a 10,4 miliardi di dollari.
Fra i baciati dalla fortuna vi è anche Eric Yan, fondatore di Zoom, il cui guadagno è più che raddoppiato per un totale di 7,4 miliardi di dollari grazie alla domanda per il suo servizio di teleconferenza, utilizzato in buona parte per assicurare la continuità didattica agli studenti.
Per non parlare di Netflix, che ha visto il proprio titolo sfiorare i massimi borsistici pre-pandemia con il consumo massiccio di serie Tv durante il lockdown, configurandosi una delle aziende che più se n’è avvantaggiata: nel primo trimestre del 2020 ha raggiunto un totale di 15,77 milioni di
nuovi abbonati, segnando il record di guadagni trimestrali.
L’azienda conta ora 182,9 milioni di abbonati paganti a livello globale, in crescita del 22,8% rispetto all’anno precedente.
Anche settori indispensabili tra cui quello legato all‘alimentare, la grande distribuzione ed il comparto farmaceutico hanno visto crescere le vendite e aumentare notevolmente i propri ricavi, fra i quali si segnalano quelli ottenuti negli Stati Uniti dalla famiglia Walton, proprietaria della catena di supermercati Walmart, i cui utili cresciuti del 5% l’hanno resa la famiglia più ricca del mondo grazie a un patrimonio stimato di 169 miliardi di dollari.
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