Uccise l’amante del marito. La moglie del boss torna in carcere
Marcianise . Alle prime luci dell’alba la Squadra Mobile della Polizia di Caserta ha arrestato Maria Buttone, moglie del capoclan dei Mazzacane Domenico Belforte.
L’ordinanza di custodia cautelare è scattata a seguito delle indagini riguardanti l’omicidio di Angela Gentile, presunta amante del boss, per cui lo scorso mese di dicembre Buttone era stata condannata all’ergastolo.
L’arresto è stato eseguito per scongiurare il pericolo di fuga della donna. Il delitto Gentile, secondo quanto ricostruito durante le fasi processuali, sarebbe stato ordinato da Belforte e la moglie.
Nel dicembre del 2019, il gup di Napoli aveva condannato a 30 anni di carcere Domenico Belforte , boss di camorra, capoclan di Marcianise, e all’ergastolo la moglie, Maria Buttone, per la morte di Angela Gentile, uccisa perché aveva avuto un relazione con lo stesso Belforte e perché da lui aveva avuto anche una figlia.
A risolvere la questione erano stati i sicari del clan, mai identificati, e il corpo fu fatto sparire e non è stato mai ritrovato. La decisione di ucciderla era partita dalla moglie di Belforte, Maria Buttone, che aveva convinto il marito a cancellare tutte le tracce di quel rapporto extraconiugale. Tutte, tranne una: da quella relazione era nata una bambina, che era figlia di Angela Gentile ma anche di Domenico Belforte. La ragazzina fu accolta in casa del boss, la moglie l’ha cresciuta come fosse figlia sua.
E proprio nel corso del processo quella bambina ormai donna aveva appreso di essere stata allevata dalle due persone che avevano fatto uccidere sua madre.
Angela Gentile sparì nel nulla il 28 ottobre 1991, dopo aver accompagnato la figlia a scuola.
La donna, all’epoca, aveva solo 33 anni.
Secondo quanto affermato dagli zii, fratelli e sorelle di Angela , la bambina voleva ritornare dalla nonna materna ma i Belforte chiesero ed ottennero di tenerla con loro. Nessuno si oppose perche’ tutti avevano paura dei Belforte.
Le indagini furono svolte dalla Squadra Mobile di Caserta. Secondo la Dda, sulla base delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, è stata uccisa perché, con quella relazione e soprattutto con quella figlia, aveva messo in ridicolo la moglie del boss, che così aveva deciso di vendicarsi convincendo il marito a ordinare quell’omicidio.
Nel febbraio 2019, durante il processo, Belforte si era addossato tutta la colpa, dicendo di avere incontrato Angela Gentile per spaventarla e che era partito un colpo di pistola che l’aveva colpita al cuore, e aggiungendo di aver buttato il corpo nei regi lagni insieme a due complici. Secondo la versione dei collaboratori di giustizia, invece, la donna fu prelevata in un parcheggio da tre uomini e il corpo fu seppellito nel quartiere Puzzaniello di Marcianise, “vicino ai pilastri della strada detta ex Pontello”.
Maria Buttone aveva ottenuto la liberta’ dopo essere stata scarcerata.
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