L’avvocato Angelo Cocozza presenta denuncia-querela nei confronti di Feltri per discriminazione razziale e diffamazione
SANTA MARIA CAPUA VETERE – L’Ordine dei giornalisti valuta una denuncia “per danno d’immagine”. Lo scrittore Maurizio De Giovanni ed il senatore Sandro Ruotolo hanno deciso di agire in sede civile e penale, ipotizzando una violazione della legge Mancino, che sanziona le manifestazioni di odio. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, pur non citandolo, gli ha dedicato ‘Je so’ pazzo di Pino Daniele, “in particolare la fine di quella canzone, che per me è poesia” e intanto pensa ad azioni legali.
E non solo i soli che hanno deciso di denunciare il giornalista e direttore di Libero Vittorio Feltri, che nei giorni scorsi, durante una puntata della trasmissione “Fuori dal coro”, condotta su Rete 4 da Mario Giordano, ha detto: “Perché mai dovremmo andare in Campania? A fare i parcheggiatori abusivi? I meridionali in molti casi sono inferiori”.
Ora anche l’avvocato di Santa Maria Capua Vetere, Angelo COCOZZA, ha presentato, in data 30 aprile 2020, presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, una denuncia-querela nei confronti dello stesso Vittorio Feltri citando l’art. 604 bis c.p. “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica religiosa il quale prevede: “Salvo che il fatto costituisce più grave reato, è punito con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Nella denuncia-querela l’avv. Cocozza riporta dettagliatamente altri episodi sgradevoli di cui si è reso conto Feltri. La discriminazione razziale – fa notare l’avvocato sammaritano facendo riferimento ad una sentenza della Corte di Cassazione (sentenza nr. 7859 del 19 febbraio 2018 – aggrava la diffamazione che è disciplinata dall’art. 595 c.p. che recita testualmente: “Chiunque, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a milletrantadue euro ……. Se l’offesa è recata con il mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro”.
In attesa che il Sig. Procuratore della Repubblica prenda le sue decisione circa la denuncia-querela dell’avvocato Angelo Cocozza, anche i vertici dell’Ordine dei Giornalisti hanno preso una decisa posizione dando mandato a un legale “per valutare i possibili danni all’immagine dell’intera categoria dei giornalisti italiani”.
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