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Attualità

Figli di Portici famosi: il professore Mariano Patanè

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di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Mariano Patanè è nato ad Acireale, in provincia di Catania, il 5 febbraio 1896.

Primo di sei fratelli, tre maschi e tre femmine, è venuta al mondo dall’unione di Michelangelo Patanè e Maria Anna Spina.

Frequentando le scuole inferiori e le superiori  nella città natia, ben presto ha messo in evidenza  le sue doti di mente e di cuore, dimostrando, particolare talento per la pittura e le arti figurative.

Giovanissimo, ha cominciato a dipingere; a soli 18 anni, ha realizzato un bel dipinto, un suo autoritratto.

Per la prematura morte del padre, conseguenza di una grave malattia, ha dovuto sostituirlo nel sostegno della famiglia.

Appena ventenne, allo scoppio del primo conflitto mondiale, entrata l’Italia in guerra contro l’Austria, è stato chiamato a servire il paese in armi. Soldato, incorporato nel «… dal Deposito del 2° Reggimento di Fanteria in Cosenza», ha raggiunto l’area operativa. Qui, «… presso l’Isonzo, il Carso, la Val Sugana e sul Piave, prese parte ai combattimenti sul Monte Santo a Gorizia, ad Asiago, al Torrente Maso ed in altre località dove operava la 2a Armata, che ha sempre seguito in tutte le operazioni ad essa affidate dal Comando del 2° Corpo d’Armata».

Per il valore dimostrato, promosso sul campo, ha ottenuto i galloni di sergente.

Nel dicembre del 1919, ottenuto il congedo, è tornato alla vita civile.

Ripresi gli studi, nel 1920, li ha portati a termine «… con risultati eccellenti», laureandosi in Architettura.

Successivamente alla laurea, si è specializzato «… in pittura, con larga preparazione in cultura e prospettiva con particolare riferimento all’arte della scenografia».

Da sempre interessato all’educazione dei giovani, ha scelto di dedicarsi all’insegnamento.

Per cui, «… ha partecipato a vari concorsi per la Scuola Industriale di Piazza Armerina, a Cagliari ed a Giarre (Catania), come insegnante di Disegno tecnico per meccanici. Vinse la cattedra della Scuola Industriale di Piazza Armerina, Macerata e Giarre».

Successivamente, dopo un breve periodo di insegnamento nella Scuola Professionale di Cagliari,  prese parte al concorso nazionale per la direzione della Scuola di Macerata.

Risultato tra i primi tre vincitori, dal Ministero dell’Industria è stato nominato direttore della Scuola Industriale di Lauria (Potenza).

Nel 1924. ha sposato Carmela Massara (Catania, 7 dicembre1898 – Portici, 17 settembre 1983), «… laureata in Chimica nel 1923 alla Sapienza di Roma», insegnante di matematica e scienza.

Dal matrimonio, nell’arco temporale 1925 – 1937, ha avuto quattro figli; due maschi e due femmine: Michelangelo, Anna, Miryam e Arturo.

Nei suoi quattro anni di permanenza nella cittadina calabra, oltre alla direzione ha curato anche la riorganizzazione della scuola lauriota.

Nel 1929,  divenuto ordinario, su sua richiesta dal Ministero lo ha trasferì alla direzione della Regia Scuola Tecnica Industriale con annessa Scuola di Avviamento Professionale di Chiavari (Genova).

Nella cittadina ligure, alla scopo di dare un’equilibrata formazione  ai giovani, ha pianificato «… l’insegnamento delle materie culturali e di quelle professionali in modo che la preparazione degli alunni corrispondesse alle aspettative del datori di lavoro che alla fine do ogni anno, facevano a gara per assumere i migliori».

Dopo tre anni, nel 1932, su sua domanda, è stato trasferito alla direzione della Regia Scuola di tirocinio ad orario ridotto di Portici «… con annessa Scuola di Avviamento “R. Morghen”

per i suoi indiscussi distinti meriti, dal Vittorio  Emanuele III, re d’Italia e Imperatore d’Etiopia (Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia; Napoli, 11 novembre 1869 – Alessandria d’Egitto, 28 dicembre 1947), con decreto reale del 21 aprile 1939, è stato nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.

Nel corso della seconda guerra mondiale, dall’ottobre del 1943, la sua famiglia era stata sfollata a Gubbio. Ciò nonostante ha fermamente voluto ed è rimasto alla guida della sua Scuola.

Durante la loro ritirata verso Nord, le truppe tedesche «… distruggevano tutto quanto potesse esser utile agli Alleati, officine ed impianti scolastici compresi».

Per evitare che la Scuola subisse irrimediabili danni, «… con la complicità di insegnanti (Del Vecchio, Vitale e Pataro), bidelli nonché di alcuni ragazzi più grandicelli, si diede da fare per alcuni giorni, talvolta anche la sera, per nascondere, murandole nei sottoscala e negli scantinati della scuola, le macchine e le attrezzature delle officine».

Se fossero stati scoperti sarebbero stati passati, senz’altro, per le armi… Presso la Scuola Porticese ha prestato ininterrotto servizio per ventisette anni, fino all’1 settembre 1959, giorno della sua andata in pensione.

Nel giorno del collocamento a riposo, i docenti, i tecnici e gli assistenti di laboratorio, il personale amministrativo della Scuola Tecnica R. Morghen, hanno voluto festeggiarlo.

In segno di immutata e duratura stima gli hanno donato un’artistica pergamena assieme a una medaglia d’oro.

Per quanto in quiescenza, negli anni dal 1960 al 1962, è stato  chiamato a dirigere i corsi di istruzione tecnica, presso l’Istituto di Rieducazione minorile  Filangieri di Nisida – Napoli.

Dopo quest’ultima esperienza professionale, si è dato «... a seguire le vicende della sua famiglia ed, in particolare, dei suoi numerosi nipoti, per i quali fu sempre vicino e prodigo di affetto, consigli, aiuto ed incoraggiamenti».

Quale passatempo ha curato con certosina attenzione l’hobby della filatelia, raccogliendo francobolli di tutto il mondo e con alta tecnica il disegno ornato.

Il direttore, professore Mariano Patanè  si è spento a Portici, il 3 marzo 1975.

Uomo schivo e riservato, di animo buono e di profondi sentimenti religiosi,  ha lasciato «… un segno indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo: i suoi familiari e le persone che hanno lavorato assieme a lui, i professori, i tecnici, gli assistenti, il personale della Scuola Tecnica “R. Morghen”, oggi IPIAS “F. Enriques” di Portici e specialmente i “suoi” ragazzi, quelli che ha sempre seguito ed aiutato in tanti momenti ardui della loro vita».

Nastrino dell’onorificenza attribuitagli:

 Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia

 

 

L’articolo Figli di Portici famosi: il professore Mariano Patanè proviene da Lo Speakers Corner.

(Fonte: Speakers Corner – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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