Caiazzo. CoronaVirus: contagiati ‘in salita; informazione e provvedimenti in ‘caduta libera’?
Mentre aumenta il numero delle persone positive al Covid19, salito da due a tre infetti nella serata
di martedì 7 aprile, come si evince dal prospetto dell’ASL divulgato dalla Provincia, permane la carenza informativa da parte dei preposti sicché, per quanto è dato sapere, restano privi di riscontro non solo gli interrogativi del consigliere comunale Mauro Della Rocca ma soprattutto ignorati gli appelli a intervenire drasticamente, in particolare sulla sede ASL caiatina, come invocato dal gruppo di minoranza “Caiazzo Bene Comune”, dal consigliere indipendente Amedeo Insero e, per il SAUT (ambulanze), anche da un sindacato, in seguito alla grave vicenda che avrebbe determinato numerosi contagi positivi al Covid-19.
Nell’occhio del ciclone resta la struttura sanitaria caiatina anche se, in difetto informazioni ufficiali e certe, non è dato sapere se ne è estraneo il terzo caso accertato in Caiazzo o forse altri due casi, atteso che, per quanto è dato sapere,il primo contagiato del poliambulatorio caiatino avrebbe dovuto concludere la quarantena lunedì.
Sarebbe il caso che, come avviene un po’ ovunque, in questo periodo critico i preposti locali rendessero noto quotidianamente non solo il numero ufficiale dei contagiati e tutti gli altri inerenti dati raffrontabili, ma anche quello delle persone che hanno risposto all’appello dei vari sindaci, se ultimamente sono state al poliambulatorio caiatino, nonché i riscontri incrociati che sicuramente avranno disposto i vertici Asl sui nominativi registrati quali presenti per varie cause nel periodo in questione e soprattutto i provvedimenti conseguenziali adottati, da tutti i soggetti preposti, a tutela della salute pubblica connettiva.
Soprattutto se è vero, come si vocifera, che periodicamente presso tale struttura c’era un intenso via vai di forestieri, in aggiunta a gente del comprensorio, poiché qui sarebbe stato molto più facile (?) ottenere la documentazione necessaria per ottenere il porto d’armi, anche per mero divago venatorio.
É davvero clamoroso che una struttura preposta alla cura fisica possa essere stata a “rischio” per l’utenza senza che, forse tuttora, ancora di alcun provvedimento drastico è dato sapere; in difetto di informazione -se non, forse, per pochi “privilegiati facebocchiani“- è ovvio che la gente sia preoccupata e che tutto sia basato su “inciuci”, determinati proprio dalla carente informazione tempestiva, diretta e sicura.
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