Caiazzo. ‘5G’: mai antenne ‘micidiali sul territorio comunale: perentorio il Meetup 5 Stelle
Chiediamo il divieto di sperimentazione o installazione del 5G in tutto il territorio comunale considerando:
• che la nuova tecnologia 5G si basa su microonde e radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette “onde millimetriche”, che comportano due applicazioni principali:
◦ Maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani);
◦ Minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di un maggiore numero di ripetitori per garantire il servizio;
• che le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancano di qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi alle decine di migliaia di Stazioni Radio Base ancora operative per gli standard tecnologici di comunicazione senza fili 2G, 3G, 4G oltre alle migliaia di ripetitori Wi-Fi attivi;
• che il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti SCHEER della Commissione europea, affermando come il “5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche”, ha evidenziato un chiaro segnale agli Stati membri, soprattutto all’Italia, sui pericoli socio-sanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G (che rileva grandissime criticità, in parte sconosciute sui problemi di salute e sicurezza dati) confermando l’urgente necessità di un intervento normativo nei riguardi della diffusione di tale nuova tecnologia 5G;
• che il campo elettrico giudicato tollerabile per le frequenze del 5G 694-790 MHz è di 20V/m, per le bande 3,4-3,8 GHz di ben 40 V/m, molto più alto del livello di sicurezza proposto da Bioinitiative 2012 pari a 0,6 V/m nell’immediato e 0,2 V/m in prospettiva. Anche i livelli di Densità di potenza D proposti sono ben al di sopra dei limiti privi di effetti collaterali (all. B del DPC Ministri 8 luglio 2003). I livelli di attenzione sono ben 30 volte quelli proposti.
• che il 31 maggio 2011 l’OMS/Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibilmente cancerogeni per l’uomo (gruppo 2B)10, sulla base di un aumentato rischio di glioma, un tipo maligno di cancro al cervello, associato con l’uso del telefono senza fili. La IARC classifica le radiofrequenze sulla base di risultati epidemiologici, ma non su studi in vivo, che oggi fanno propendere per la classificazione almeno di alcune frequenze e intensità di campo come “Probabili cancerogeni” di Classe 2A o, come suggerito da Hardell (2017), “Cancerogeni Certi” di Classe 1.
• infine, supportati da ricerche scientifiche del 2010 (Dämvik et al., 2010) riteniamo che: sulla questione dei campi elettromagnetici e di altri fenomeni analoghi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Commissione Europea basino i loro pareri solo sulla “certezza del rischio”, invece di tenere in considerazione il “rischio possibile”, rispettando il principio di precauzione.
I risultati disponibili circa l’esistenza di effetti biologici da esposizione a campi elettromagnetici- compreso 5G- sono sufficienti per invocare il principio di precauzione, definire i soggetti esposti come potenzialmente vulnerabili e rivedere i limiti esistenti.
Un’adeguata conoscenza dei meccanismi pato-fisiologici che collegano l’esposizione a EMF a rischio per la salute dovrebbe essere basilare nell’attuale pratica clinica, in particolare alla luce delle crescenti evidenze scientifiche che stigmatizzano il ruolo dei fattori ambientali sia nell’insorgenza del cancro che nella progressiva crescita epidemiologica di malattie non trasmissibili.
È senza dubbio necessaria una moratoria per l’implementazione del 5G su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario (Ministero Ambiente, Ministero Salute, ISPRA, ARPA, Dipartimenti di Prevenzione), non siano messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti, che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente informati dei potenziali rischi.
Si prevede che il 5G sia particolarmente pericoloso per il numero straordinariamente elevato di antenne pianificate, l’altissima energia di uscita utilizzata per garantirne la diffusione, le frequenze straordinariamente alte, le apparenti interazioni di alto livello della frequenza 5G sugli ioni, compresi i gruppi responsabili delle pompe ioniche cellulari.
Il 5G, oltre a essere un esperimento sulla popolazione civile, vìola il Codice di Norimberga 114, ovvero il divieto di effettuare una sperimentazione sugli esseri umani.
Ricordiamo preliminarmente che nell’art. 3 – quater n. 152 del Decreto Legislativo del 3 aprile 2006, “Norme in materia ambientale”, si legge che l’attività della pubblica amministrazione, nell’ambito della scelta tra interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità, deve dare considerazione prioritaria alla tutela ambientale.
Per tutelare la salute pubblica si rende indispensabile recepire gli studi scientifici più recenti ed attuare quanto indicato dalla Raccomandazione 1815 dell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa del 2011115, volta ad abbassare i limiti di esposizione alle radiofrequenza in relazione all’uso privato di telefoni mobili, telefoni DECT (cordless), WiFi, WLAN e WIMAX per computer, Baby Phones a 0,2 V/m sul “lungo termine”, mentre secondo il rapporto Bionitiative 2012 sulla base delle evidenze sperimentali e del principio di precauzione deve essere portato a 0,6 V/m nell’immediato.
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