Controlli: accertamenti anti-mafia nell’avellinese
AVELLINO – In Italia la criminalità organizzata investe, sempre di più, nel modo della ristorazione. Lo provano decine di inchieste della magistratura, i sequestri disposti come misura di prevenzione e, di recente, una nuova arma antimafia: la revoca della Scia, l’equivalente della vecchia licenza.
Lo straordinario strumento della revoca delle licenze sta continuando a dare i propri frutti: l’Autorità Amministrativa può anche solo in presenza di una serie di indizi in base ai quali sia plausibile ritenere la sussistenza di un collegamento con organizzazioni mafiose o di un possibile condizionamento da parte di queste, chiedere che il comune revochi la licenza ad attività commerciali.
Non è richiesta quindi la necessaria prova di un fatto, ma la valutazione che sussistano elementi per i quali sia deducibile il pericolo di ingerenza da parte della criminalità organizzata. Sulla base degli elementi forniti dal Nucleo Informativo dei Carabinieri di Avellino, applicate anche ai provvedimenti autorizzatori e alla attività soggette a Scia, il Prefetto ha richiesto al Comune di Avellino l’ennesima chiusura di una nota attività di ristorazione del capoluogo irpino, permanendo gravi pericoli per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Si evidenzia che recentemente sono state revocate le Scia anche ad un bar del centro di Avellino e a due autorimesse del medesimo capoluogo, quest’ultime già oggetto di sequestro penale nell’ambito dell’operazione “Partenio 2.0”.
Permane alta l’attenzione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino nella pianificazione ed attuazione di servizi finalizzati al controllo nel settore della sicurezza alimentare e a tutela dei consumatori.
Nell’ambito delle verifiche, i Carabinieri della Stazione di Ospedaletto d’Alpinolo hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Avellino due persone ritenute responsabili di aver abusivamente attivato un laboratorio per la produzione di dolci.
L’accesso ispettivo, eseguito unitamente a personale dell’A.S.L. di Avellino, ha permesso di rinvenire numerosi prodotti per alimenti in cattivo stato di conservazione.
L’indagine ha altresì consentito di individuare cinque esercizi commerciali, ubicati nel capoluogo irpino, che detenevano per la vendita tali dolciumi, tra l’altro privi di tracciabilità e di altre informazioni per il consumatore.
Alla luce delle evidenze emerse, il laboratorio dolciario è stato sottoposto a sequestro come pure i citati alimenti che sono stati distrutti nell’immediatezza, con il consenso delle parti.
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Source: Belvedere – 10/1
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