Ucciso dal clan per punire il cugino pentito: condannati Panaro e Cicciariello
Vent’anni a Francesco Schiavone detto Cicciariello, 30 anni a Sebastiano Panaro. Questo il verdetto dei giudici della Corte d’Appello di Napoli nei confronti dei due accusati dell’omicidio di Giuseppe Quadrano, postino, ucciso nel 1996 a San Cipriano per punire la scelta di collaborare con la giustizia del cugino omonimo, killer di don Peppe Diana.
I giudici della corte partenopea hanno rideterminato la pena per Cicciariello, da 30 a 20 anni, mentre è stata confermata la sentenza pronunciata dal giudice De Lellis a febbraio dell’anno scorso, al termine del processo con abbreviato, per Panaro.
Quadrano venne ucciso nel 1996. In un primo momento il dipendente delle poste venne avvicinato dal clan per chiedere al congiunto di ritrattare le sue dichiarazioni. Richiesta a cui seguì il rifiuto di Quadrano. Per questo il 7 agosto 1996 Quadrano venne avvicinato dal commando del clan dei Casalesi fuori al bar Orientale di San Cipriano d’Aversa e crivellato con 12 colpi d’arma da fuoco. Quadrano, i cui familiari si sono costituiti parte civile con l’avvocato Giovanni Zara, per via della parentela con un affiliato al clan, non è stato riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata, nonostante il suo coraggio.
Per lo stesso delitto sta affrontando il processo con rito ordinario, dinanzi alla corte di Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il capoclan Francesco Schiavone, conosciuto anche come Sandokan. Proprio suo cugino omonimo, Cicciariello, sarà sul banco dei testimoni nel corso della prossima udienza.
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Source: Belvedere – 10/1
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