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Sessa Aurunca. Arte presepiale: tutti soddisfatti della mostra promossa dall’associazione ‘Amici del Presepe’

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Grande successo di critica e pubblico per la nona rassegna di Arte Presepiale promossa dall’associazione “Amici del Presepe”, fiore all’occhiello delle manifestazioni organizzate dal Comune di Sessa Aurunca.

Al Castello Ducale di Sessa Aurunca, è aperta al pubblico la nona mostra d’arte presepiale organizzata dall’associazione “Amici del Presepe” di Sessa Aurunca.

Un appuntamento tradizionale del Natale, molto atteso e apprezzato, non solo dagli appassionati del genere, divenuto, ormai, tra gli eventi più attesi del Natale Sessano.

Nell’ambito della mostra si possono ammirare presepi non solo degli associati ma anche di altri espositori e presepisti, locali e provenienti da altre regioni e comuni.

Le opere esposte sono di vario genere, diverse tra loro per tecnica di lavorazione e tipologia di genere.

Infatti si possono ammirare presepi del ‘700 napoletano, ma anche opere realizzate con elementi naturali o di riciclo.

Presepi realizzati con gusci di noci, cortecce di alberi, eccetera.

Tra i presepi esposti spicca quello realizzato dal direttivo dell’associazione, dedicato a uno tra i luoghi più antichi e suggestivi dell’antica Sessa: “La Porta della Maddalena”.

Progetto che ha impegnato soci e dirigenti del benemerito sodalizio nella realizzazione della scenografia, riproducendo le antiche mura e in particolare la suggestiva scena che rievoca Giuseppe e Maria alla ricerca di un giaciglio ove dare alla luce il Divino Redentore, con personaggi dipinti e abbigliati dagli stessi.

Inoltre l’associazione è presente, con proprie opere, anche a Salerno e Minturno, nell’ambito dei rispettivi eventi natalizi.

Agli amici del Presepe deve andare la riconoscenza dei turisti e di tutto il popolo sessano per aver portato avanti con dedizione il valore sacro.

Nel rispetto del calendario, come riportato sulla locandina, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2020.

Come non menzionare una frase dello scrittore sessano Renato Filippelli, storico della Letteratura Italiana, non più fra noi: “Per avvicinarmi a tempi più moderni, citerò Gozzano, affabulante narratore ai bambini del prodigio della “Notte Santa”, durante la quale la Madonna, respinta da tutti gli alberghi, partorisce il figlio di Dio in una mangiatoia, mentre l’orologio del villaggio di Betlem scandisce l’ora di mezzanotte.

Ma già D’Annunzio aveva evocato il Natale nel desolato incipit della lirica alla nutrice: Gelida sta la notte cristiana – sulle case degli uomini, ma pura…”.

Quella di riprodurre, attraverso delle statuine -continua Filippelli in una sua recensione sul Natale- la scena che accompagnò la nascita di Gesù Cristo è ricco di poesia. Il presepe, in effetti, con tutte le sue rappresentazioni, ci fa entrare nel vivo del periodo natalizio e in tutta la sua magia, facendoci ripercorrere le tappe della nascita di Gesù”.

Secondo la tradizione, il primo presepe sarebbe stato composto nel 1223 a Greppio da san Francesco d’Assisi.

Il santo decise di creare la prima Natività come era veramente descritta nella Bibbia, utilizzando figure intagliate, paglia e animali veri. Il messaggio era diretto e poteva essere recepito da tutti, ricchi e poveri.

La popolarità del presepe crebbe fino ad espandersi in tutto il mondo. Nei secoli successivi, dal 1600 in poi, l’uso di questa usanza ha dato poi origine ad una produzione artigianale che vide i suoi centri maggiori a Genova e soprattutto a Napoli.

Oggi, specie nei paesi meridionali, il presepe viene allestito in modi e on materiali diversi, a seconda della fantasia dell’artista.

In Francia si chiama Crèche, in Germania Krippe, in Spagna e America Latina Nacimiento, nella Repubblica Ceca si dice Jeslicky, in Brasile Pesebre e in Costa Rica Portal.

A Sessa Aurunca, grazie agli amici del Presepe,  questa tradizione è portata avanti in particolare rispettando sentimenti e valori cristiani del popolo aurunco.

(Mauro Lucio NovelliComunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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