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Europellum : il Consiglio di Stato protocolla l’Appello che ridisegna i seggi

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Con il ruolo generale n.ro 9363/2019, il Consiglio di Stato ha protocollato l’appello degli avvocati per la democrazia, guidati dal Prof. Avv. Felice Besostri, che cambia la disposizione dei seggi italiani al Parlamento Europeo. Il collegio di avvocati, già noti per essere stati “affossatori” di leggi come il Porcellum e l’Italicum, continua “l’attacco” alle leggi elettorali italiane per la salvaguardia di principi di legalità e democrazia, ora con quello che è stato definito “l’Europellum”.

LA STORIA: il 26 maggio 2019 si sono svolte le Elezioni Europee che hanno già assegnato 73 seggi all’Italia, ciò oltre a proclamare ulteriori 3 seggi che diverranno effettivi solo quando il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea, presumibilmente per l’inizio 2020. In estate l’Avv. Besostri e gli avvocati per la democrazia hanno impugnato il risultato elettorale, contestando l’illegittimità della soglia di sbarramento “nazionale, facoltativa e variabile” che, invero, presente solo in alcuni Stati (e non tutti) viola il Trattato di Lisbona e la Carta Fondamentale dei Diritti dell’Unione Europea, con ciò chiedendo la rimessione della decisione alla Corte di Giustizia Europea, in quanto è il diritto europeo che risulterebbe violato. Ad ottobre il TAR Lazio ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile, con la principale motivazione di come gli avvocati, nel contestare un principio di interesse generale dei cittadini, non hanno impugnato tutti i seggi, ma solo i 3 cosiddetti “Brexit”. In sostanza ove accolto il ricorso e dopo l’uscita dall’Unione Europea di Londra, non sarebbero la Lega (con Vincenzo Sofo), Forza Italia (con Salvatore De Meo, sindaco di Fondi) e Fratelli d’Italia (con Sergio Antonio Berlato, ora parlamentare italiano) gli assegnatari di questi ultimi 3 seggi; bensì il Partito Comunista (con Marco Rizzo), il Partito Animalista (con Cristiano Ceriello) e +Europa (con Renate Holzeisen o Michele Abbaticchio, ora sindaco di Bitonto). In Germania, ad esempio, 3 partiti con tra lo 0,6-0,7% hanno eletto ognuno un deputato europeo, mentre in Italia oltre 2 milioni di voti sono andati “persi” a causa della altissima soglia di sbarramento al 4%.

Si nutre ottimismo sull’accoglimento al Consiglio di Stato e su quella che sarebbe una nuova “bomba” (dopo la cancellazione di Porcellum e Italicum) per le leggi elettoriali italiane. Afferma l’Avv. Besostri: “Il TAR del Lazio, sez. II bis, nel compiere le sue valutazioni, non ha tenuto conto del diritto europeo”.

E ancora, in merito al reiezione del ricorso discusso nell’ottobre scorso relativo all’illegittimità della soglia del 4 % prevista dalla legge italiana che regola le elezioni europee, l’avv. Besostri, promotore dell’iniziativa insieme con altri avvocati ed elettori continua: “Il TAR del Lazio, sez. II bis, non ha valutato il diritto europeo ma si è fondato su Giurisprudenza solo italiana non pertinente, perché la contrarietà di soglie d’accesso nazionali, facoltative e variabili, in possibile contrasto con il Trattato di Lisbona non è mai stata decisa”.

“In seguito all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona – prosegue l’on. avv. Besostri – si è prodotto un mutamento normativo molto significativo, perché il Parlamento europeo non rappresenta più i popoli degli Stati membri, ma direttamente i cittadini europei, che possono votare e candidarsi nei paesi di residenza senza riguardo alla loro nazionalità. Ma i cittadini europei sono eguali davanti alla legge e il diritto di voto è un diritto fondamentale. La tutela dei diritti dei cittadini, nonché l’uguaglianza degli stessi, dev’essere tutelata dall’Unione Europea. Pertanto, una soglia posta da uno stato nazionale prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE il 1° dicembre 2009, come quella italiana del 24 febbraio 2009, volta a restringere la partecipazione e la rappresentanza dei cittadini, senza in alcun modo contrastare il fenomeno della frammentazione politica, ma il pluralismo si pone sostanzialmente in contrasto con i princìpi basilari del Trattato di Lisbona e la Carta di Nizza”.

“È, dunque, necessario – conclude l’on. avv. Besostri – porre una questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE, una procedura più volte richiesta, ma mai accolta da nessun Tribunale Civile prima e dal TAR in questa occasione per non riconoscere la supremazia del diritto europeo nel procedimento elettorale per il rinnovo del PE. La Corte di Giustizia è, invece, l’unico organo competente a interpretare il diritto europeo. Ormai è assolutamente necessario ristabilire la supremazia del diritto degli elettori e del pluralismo contrasto con ogni forzatura compiuta dai nostri legislatori per mantenere il monopolio della rappresentanza europea a 5 partiti escludendo dalla rappresentanza più di 2 milioni di voti validi”. “ La Germania ha mandato 14 liste in Parlamento europeo, il suo Tribunale Costituzionale Federale ha annullato per due volte la soglia d’accesso per le elezione europee. Chi conta di più in Europa la Germania o l’Italia?”.

Insomma una nuova “tegola” si abbatte sulla legittimità delle leggi elettorali italiani che però, a dispetto dei partiti che ne potranno beneficiare, rilevano gli avvocati per la democrazia vuole salvaguardare principi di democrazia e partecipazione alla vita sociale dei cittadini, troppo spesso violati e calpestati da leggi che poi, dopo anni ed elezioni svolte, si sono scoperte incostituzionali e violatrici dei diritti fondamentali dei cittadini. Ciò considerando come la legge elettorale dovrebbe essere il fondamento di uno Stato e, soprattutto, elemento fondamentale della partecipazione alla vista civica dei cittadini nel proprio Paese.

Dunque non resta che aspettare la decisione definitiva del Consiglio di Stato che dovrebbe arrivare tra qualche mese.

 

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