S.Maria C.Vetere. All’architetto Ines Nappa il Premio in memoria del dottor Domenico Claudio Flores
Giovedì 10 ottobre 2019, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università
“Luigi Vanvitelli”, aula Franciosi, si terrà la cerimonia di premiazione della migliore tesi di laurea in materia penitenziaria e di trattamento e salvaguardia dei diritti dei detenuti.
Il premio Flores, voluto fortemente dalla vedova Maria Teresa Masucci e dai figli Edna e Leonardo, patrocinato dal Ministero della Giustizia-Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e dal Provveditorato regionale della Campania, è stato istituito alla memoria del dottor Domenico Claudio Flores, direttore dell’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria, prematuramente scomparso nell’aprile 2018.
Alla manifestazione interverranno Lorenzo Chieffi, Direttore Dipartimento, Antonio Fullone, Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Samuele Ciambriello, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Maria Teresa Masucci Flores, dell’Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori Fondazione Giovanni Pascale, e Mariano Menna, componente della Commissione di Valutazione delle Tesi presentate.
Modererà Giorgia Bevilacqua, docente dell’ Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Il Premio, di 1.500 euro, sarà consegnato alla neo architetto Ines NAPPA per aver svolto una tesi sulla progettazione dello spazio carcerario.
BIOGRAFIA DEL DOTTOR CLAUDIO FLORES
Claudio Flores, dal 1987 educatore del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, quindi direttore dell’Area pedagogica del carcere di Poggioreale, e in seguito direttore dell’Ufficio Detenuti e trattamento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, dedicava al suo lavoro una passione e uno slancio fuori dal comune. Un contributo, il suo, che ha lasciato il segno grazie alla sua preparazione professionale, alla tenacia delle sue idee, alla sua capacità di trovare soluzioni efficaci e di proporre progetti alternativi.
E si deve al coraggio dell’innovatore, alle sue straordinarie doti caratteriali il rinnovamento in campo rieducativo e del trattamento dei detenuti. Nel corso della sua vita lavorativa Flores è riuscito a stabilire rapporti istituzionali con tutto il territorio; ciò gli ha consentito di organizzare molteplici attività per i detenuti, foriere di giuste opportunità di crescita e di riscatto sociale. Profondo conoscitore del pianeta carcere, dei suoi meccanismi, e dell’impatto sulla vita dei detenuti, Flores, grazie alla sua sensibilità, ha favorito l’integrazione e la conoscenza della vita tra le sbarre e del personale a essa dedicata, sia nella città di Napoli che in tutta la Regione.
E questo enorme e delicato lavoro può farlo solo chi crede fermamente nel recupero dell’uomo che sconta una pena. La serenità, l’ottimismo, il sorriso, il profondo rispetto dell’amicizia, hanno accompagnato Claudio sempre, consentendogli di gestire in modo encomiabile la comunicazione e l’integrazione tra tutte le diverse componenti del mondo penitenziario. La scomparsa di Claudio Flores ha provocato un enorme vuoto in tutti coloro che lo hanno conosciuto.
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