Nicola Caputo vuole fare “asso piglia tutto”, ma si dimentica che la nomina regionale è in quota Pd
“Il Pd continua a parlare di Renzi, a giudicare Renzi, a contestare Renzi. Anche dopo la sua uscita dal Partito. Una sorta di ossessione irrazionale e chiaramente strumentale. Ma quando il Pd parlerà del Pd? Quando il Partito Democratico farà un’analisi obiettiva delle azioni e degli errori compiuti da quella parte della dirigenza politica che da vent’anni fa il bello ed il cattivo tempo a livello nazionale, regionale e locale? È troppo comodo utilizzare Matteo Renzi come arma di distrazione di massa”.
Con questo post, sul suo canale social, l’ex europarlamentare del Pd, Nicola Caputo, questa mattina ha letteralmente preso le difese di Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Un post, quello di Caputo, che con tutta onestà, rappresenta il preludio al suo definitivo passaggio nel partito dell’ex premier fiorentino. Addirittura parrebbe che l’ex europarlamentare stia già lavorando affinché possa essere proprio lui a prendere le redini in mano di Italia Viva in Terra di Lavoro.
Che il buon Nicola Caputo fosse abituato a fare “asso piglia tutto” in politica è cosa ormai nota da tempo, ma che addirittura puntasse a diventare il punto di riferimento di Renzi in provincia di Caserta, ci sembra un po’ troppo. Poi ci lamentiamo che la politica è attanagliata da anni ormai da un forte astensionismo e soprattutto da un grado sempre più basso di partecipazione.
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di fare un’analisi un po’ più approfondita sull’attività politica di Caputo (qualora fossimo legittimati a chiamarla così, visto che francamente la politica non è quella degli incarichi bensì quella che fa gli interessi del popolo) negli ultimi mesi.
Nicola Caputo a giugno di quest’anno, dopo la disfatta alle elezioni europee e la conseguente “incazzatura” nei confronti del Presidente della Regione Vincenzo De Luca che non lo avrebbe sostenuto, lancia il suo laboratorio politico SeiSud per mettere insieme esperienze, passione e le tante ragioni delle Sei Regioni del Mezzogiorno. Ma nonostante ciò resta ancora tesserato con il Pd.
Appena un mese dopo, precisamente il 16 luglio 2019, Nicola Caputo riceve la nomina di consigliere delegato del presidente della Regione Campania con deleghe ad “Affari europei e Relazioni internazionali; Politiche agricole, alimentari e forestali, Caccia e Pesca; Strategie regionali di definizione del nuovo PSR (periodo 2021-2027)”. Un bel riconoscimento da parte di De Luca, un incarico di prestigio e soprattutto abbastanza remunerativo (i soldi non guastano mai, soprattutto in politica).
A questo punto la domanda sorge spontanea: non è che forse l’obiettivo di Nicola Caputo, con il lancio di SeiSud, fosse proprio quello di ottenere qualcosa da De Luca? Ovviamente siamo convinti che il nostro è solo un dubbio inopportuno e frutto di mal pensiero (anche se a pensare male in politica troppo spesso ci si azzecca!).
Oggi, a distanza di quattro mesi dalla nascita di SeiSud, e soprattutto considerati i rumors, sempre più insistenti, che vedono Nicola Caputo pronto a passare in quota Italia Viva, ci chiediamo per quale motivo quest’ultimo è ancora tesserato con il Partito Democratico? Cosa sta aspettando? Anche in questo caso non vogliamo certamente pensare a male, ma non c’è ombra di dubbio che a tutti farebbe comodo stare con “un piede in due scarpe”. Ma soprattutto, lasciare il Pd comporterebbe (da persona coerente e soprattutto onesta intellettualmente) rinunciare all’incarico in Regione visto che si tratta comunque di una nomina in quota Pd.
LA GUERRA NEL PD
Intanto è caos totale in casa Pd. Dopo la “figuraccia” fatta alle elezioni provinciali tenutesi la scorsa settimana, il Pd di Caserta ora rischia davvero grosso. Due esponenti del Pd, Umberto Pappadia e Francesco Fiore, ritenuti entrambi molto vicini all’ex deputata Camilla Sgambato, oggi presidente dell’assemblea provinciale del Pd e membro della segreteria nazionale, hanno pubblicamente lanciato una petizione: “Nessuno del PD Casertano candidato alle prossime regionali: non lo meritiamo! (E se si candidano non votiamoli)!”.
Si rischia dunque seriamente di arrivare ad un commissariamento del partito in Terra di Lavoro. Se così fosse si tratterebbe di un vero e proprio assist al Consigliere regionale Stefano Graziano (presidente del Pd in Campania e commissario regionale del Partito Democratico della Calabria) che, è sotto gli occhi di tutti, ha un contatto forte e stabile con il segretario nazionale Nicola Zingaretti.
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