Governo in mano a chi? ‘Piattaforma Rousseau’, ‘no’: voto interdetto smascherato a ‘La7
Gravissima denuncia rilevata in diretta TV La7 poco prima di mezzogiorno della tanto attesa giornata del voto propedeutico all’accrocchio “politico” del Movimento 5 Stelle con il PD o, secondo le malelingue, dall’inizio della fine del primo se non di ambo i prossimi sodali.
Nel clou della seguita trasmissione antimeridiana “L’aria che tira”, infatti, la conduttrice Mirta Merlino ha invitato un autorevole iscritto a votare in diretta il “no” che aveva appena preannunciato ma, con incredibile stupore generale tutti hanno dovuto prendere atto che, per inspiegati problemi tecnici, era impossibile votare il già contrassegnato “no”.
Poco dopo dalla segreteria del PD, quando presumibilmente molti “grillini” erano stati indotti a votare “si” dal “pezzi da 90” del movimento, è stato divulgato un comunicato dal quale si evince che il programma sulla base del quale gli iscritti al Movimento 5 Stelle e quindi alla piattaforma Rousseau non è altro che una ipotesi di bozza ancora tutta da definire.
Cartina di tornasole multipla di un clamoroso “flop” alle spese dell’ignara nazione, un secondo tentativo fatto sempre in diretta “La 7” e fallito e, nel totale rispetto dell’adagio “non c’è due senza tre”, un terzo esperimento fatto cambiando il browser dall’autorevole italiano che proprio non se la è sentita di votare “si” per verificare ulteriormente l’affidabilità dell’intero sistema sul quale è basato il futuro politico italiano.
Viene quindi interpellato, sempre in diretta TV, un esponente della piattaforma Rousseau, che invita la “cavia” a provare nuovamente, spiegando che il problema conseguiva al fatto che tale specifico elettore era connesso da molto tempo (ma non doveva essere assolutamente riservata l’identità dei votanti?) e, come per incanto, il “no” viene registrato utilmente.
Lecito però domandarsi a quale santo avrebbero potuto mai rivolgersi gli elettori “del no” impossibilitati a farlo ma sprovvisti della “risonanza mediatica” rivelatasi determinante per potersi esprimere “liberamente”.
E se neanche a tal punto il presidente della Repubblica avesse nulla da eccepire… “no comment”!
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