Regione Campania: decurtati i finanziamenti ai comuni POC 2014-2020
La Regione Campania, attraverso la sua Direzione Generale per le Politiche Culturali e il Turismo, il 9 agosto è stato emesso il decreto dirigenziale n. 282 la ha rettificando ed integrando il decreto n. 266, con cui si dava il via libero ai finanziamenti a favore dei comuni che avevano presentato dei progetti turistico-culturali. L’atto si è reso necessario per ampliare la platea dei beneficiari, ovviamente ritoccando verso il basso le precedenti misure determinate.
In concreto il decreto stabilisce una decurtazione pari al 33,33% per i progetti presentati per la cosiddetta Azione 2 e del 35% per i progetti ammessi all’Azione 3. Nessuna modifica è intervenuta per i progetti per l’Azione 4, tutti i progetti presentati sono risultati beneficiari del finanziamento POC 2014/2020 per cui la graduatoria è interamente esaurita.
Con il nuovo decreto vediamo che i due comuni casertani di Portico di Caserta e Sant’Angelo d’Alife, partecipanti all’Azione 2, hanno visto diminuire il finanziamento da 150.000 a 100.000 euro, decurtazione parti per l’appunto al 33,33%. I comuni partecipanti all’Azione 3, avendo avuto una decurtazione del 35%, riceveranno solo 45.500 e non 70.000euro, così come in precedenza; tali comuni per la provincia di Caserta sono: Aversa, Caiazzo, Capua, Casapulla, Castello Matese, Castel Morrone, Letino, Marcianise, Roccamonfina, Pignataro Maggiore, Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca, Valle di Maddaloni. Tutto immodificato per l’Azione 4: Arienzo, Calvi Risorta, Ciorlano, Formicola, Galluccio, Macerata Campania, Prata Sannita, Succivo riceveranno 50.000 euro così come statuito in precedenza.
Certo che a fronte di queste modifiche verso il basso vi sono state delle proteste da parte di sindaci, alcuni dei quali, non è, però, il caso dell’area casertana, hanno minacciato di rifiutare il finanziamento ridotto, pur di non sottostare alle decisioni regionali. Tutto ciò comunque pone un serio problema della ripartizione dei fondi, problema politico e gestionale, perché non è pensabile che nel volgere di appena undici giorni la Regione Campania possa modificare in modo molto vistoso i finanziamenti, aprendo la possibilità anche ad altri comuni, i progetti dei quali avrebbero dovuto essere già finanzianti col primo decreto e non attendere una successiva ripartizione. A questo punto riteniamo che sia doveroso per le opposizioni presenti in Consiglio regionale adoperarsi per conoscere le modalità concrete con le quali si addiviene all’adozione di tali atti amministrativi, che hanno un forte contenuto politico. Anche e soprattutto perché si afferma sempre che questi finanziamenti dovrebbero comportare un aumento dei parametri culturali. Sarà vero?
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